Il mal di schiena è un disturbo molto comune che può avere un forte impatto sulla qualità della vita di un individuo. Colpisce il 60-80% della popolazione mondiale ad un certo punto della vita e la sua cronicità può portare disabilità fisica. Negli ultimi anni, si è verificato un cambiamento nella valutazione e nel trattamento della lombalgia (LBP): infatti numerosi studi suggeriscono che il mal di schiena cronico possa essere un fenomeno BIOPSICOSOCIALE, cioè influenzato da diversi fattori di tipo biologico, psicologico e sociale.
Inoltre, vi sono numerose condizioni che possono aumentare il rischio di LBP, quali:
• età superiore a 65 anni
• sesso, in particolare le donne
• stato sociale e sanitario
• individui con un basso livello di istruzione
• lavori manuali
• fumatori
• utilizzo di farmaci antidepressivi
Lo scopo dello studio preso in considerazione, era quello di valutare l'efficacia della mobilizzazione spinale nei pazienti con mal di schiena cronico, associato a degenerazione del disco intervertebrale rilevato alla risonanza magnetica e confrontarla con la fisioterapia convenzionale e con un trattamento sham, cioè finto.
Lo studio è stato condotto in Grecia tra Gennaio 2013 e Settembre 2014 e ha coinvolto 75 soggetti, 42 maschi e 33 femmine, con un'età compresa tra 21 e 78 anni.
I soggetti sono stati inizialmente valutati dall'ortopedico e i criteri di inclusione, essenzialmente, erano due:
- dolore alla colonna lombare per un periodo superiore a 3 mesi
Mentre i criteri di esclusione erano numerosi:
- anamnesi di chirurgia spinale
- anamnesi di malattie autoimmuni
- anamnesi di spondilolisi o spondilolistesi
- fratture vertebrali
- gravidanza
- patologia respiratoria e / o cardiaca
- storia di ictus
- sindrome di cauda equina
- uso continuo di farmaci per il dolore
- infiammazione spinale
- tumore spinale
- soggetti che assumono farmaci immunosoppressivi
- uso di farmaci corticosteroidi nell'ultimo mese
- osteoporosi
Successivamente, i 75 soggetti sono stati suddivisi in tre gruppi da 25 ciascuno:
- Terapia Manuale: utilizzando tecniche di mobilizzazione dirette alla colonna vertebrale ai livelli che mostravano la degenerazione del disco intervertebrale. In particolare sono stati utilizzati movimenti intervertebrali accessori passivi e movimenti intervertebrali fisiologici passivi.
- Trattamento SHAM (simulazione): il fisioterapista teneva la mano in una posizione statica, toccando delicatamente la pelle sovrastante la colonna lombare, senza effettuare nessun altro intervento. I soggetti non erano a conoscenza della loro inclusione in questo gruppo e credevano di ricevere realmente un trattamento.
- Trattamento convenzionale: tramite stretching dei muscoli posteriori della coscia di entrambi gli arti, TENS nella zona lombare e massaggio.
Tutti i gruppi sono stati sottoposti ad un singolo trattamento a settimana, per cinque settimane e non è stato consigliato nessun esercizio a casa in modo da standardizzare il trattamento.
Per quanto riguarda le misure di outcome, utilizzate per valutare i risultati alla fine del trattamento, sono state prese in considerazione la scala NPRS per quantificare il dolore, e due questionari (Oswestry e Roland-Morris) per la disabilità.
Inoltre, tutti i soggetti sono stati contattati dopo sei mesi per valutare se qualcuno avesse cercato ulteriore aiuto da un altro professionista sanitario.
Lo studio ha mostrato due risultati fondamentali:
1. il gruppo di Terapia Manuale presentava un miglioramento percentuale significativamente maggiore rispetto agli altri due gruppi, per ciascuno degli indici clinici presi in considerazione (NPRS, Oswestry e Roland-Morris). Nello specifico, il miglioramento del dolore è aumentato del 78,1% nei soggetti del gruppo di Terapia Manuale e solo del 16,4% nel gruppo di terapia convenzionale.
2. i tre metodi di trattamento, differivano in modo significativo in termini di efficacia: infatti vi era una differenza importante tra il gruppo di Terapia Manuale e gli altri due gruppi, mentre non c'erano differenze significative tra il gruppo di trattamento convenzionale e quello sham (simulato).
Dopo sei mesi, un solo soggetto nel gruppo di Terapia Manuale ha avuto la necessità di rivolgersi ad un altro operatore sanitario una volta terminato il trattamento, 10 nel gruppo convenzionale e 21 nel gruppo sham.
Quindi, i risultati suggeriscono che le cinque sessioni hanno prodotto differenze statisticamente significative nella presentazione clinica dei soggetti. Questi dati indicano che i pazienti hanno tratto un beneficio reale dalle mobilizzazioni utilizzate nel gruppo di Terapia Manuale, di conseguenza è un trattamento utile nei pazienti con lombalgia cronica.
Tutti questi risultati ottenuti, suggeriscono che la mobilizzazione è un intervento valido e sono in accordo con ulteriori studi che hanno valutato l'efficacia della Terapia Manuale fino a 24 mesi dopo il trattamento.
Sebbene i motivi che spiegano l'efficacia della mobilizzazione spinale non siano ancora del tutto chiari, i risultati sopra riportati dimostrano che la mobilizzazione spinale può ridurre il dolore e la disabilità nei pazienti con lombalgia cronica. Inoltre, (sembrerà incredibile!!!) i risultati hanno mostrato che maggiore era la degenerazione del disco intervertebrale, maggiore era l'impatto positivo della mobilizzazione spinale in termini di disabilità.
Conclusione
Per concludere, il mal di schiena cronico è un disturbo molto invalidante e riuscire a trovare il trattamento più efficace è una sfida per molti professionisti che si occupano di patologie muscoloscheletriche. Attualmente, però, la Terapia Manuale risulta essere uno degli strumenti più utili a disposizione del fisioterapista per il trattamento e la gestione di tale problematica, con un maggiore effetto se associata all'esercizio terapeutico.
MESSAGGIO
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Spinal mobilization vs conventional physiotherapy in the management of chronic low back pain due to spinal disk degeneration: a randomized controlled trial. Krekoukias G, Gelalis ID, Xenakis T, Gioftsos G, Dimitriadis Z, Sakellari V. J Man Manip Ther. 2017 May;25(2):66-73