L'epicondilalgia laterale più comunemente nota come epicondilite, gomito del tennista, tendinopatia laterale di gomito, tendinite del gomito ecc. è la condizione più comune di dolore muscoloscheletrico che colpisce tale articolazione, causando dolore significativo, disabilità e perdita di produttività.
L'epicondilite non è una patologia auto-limitante (che termina autonomamente) come si pensava in passato: infatti, alcuni studi recenti, hanno dimostrato che i sintomi possono persistere per molti anni e la recidiva è abbastanza comune. Oltre il 50% dei pazienti che frequentano gli studi di medicina generale per il dolore al gomito, riferiscono di non aver recuperato a 12 mesi; il 20% riferisce ancora dolore dopo 3-5 anni indipendentemente dal trattamento ricevuto e coloro che hanno un dolore iniziale particolarmente elevato hanno una probabilità di 5,5 volte in più di avere ancora sintomi di epicondilalgia.
Una ragione plausibile per il dolore persistente è la presenza di sensibilizzazione del sistema nervoso: è stato, infatti, dimostrato che le persone con questa problematica mostrano diffusa iperalgesia (cioè, una aumentata risposta a vari stimoli dolorosi), che è associata a maggior dolore e maggiore durata dei sintomi.
Epidemiologia
- Circa il 40% delle persone sperimenterà questo problema almeno una volta nella propria vita.
- L'epicondilite si presenta più comunemente in uomini e donne di età compresa tra i 30 e i 64 anni, con un picco tra i 45 e i 54 anni.
- L'incidenza annuale complessiva per età e sesso dell'epicondilite è 3,4 su 1000.
- L'incidenza tra individui di età compresa tra i 40 e i 49 anni è 7,8-10,2 su 1000, mentre da 50 a 59 anni è 6,7-7,0.
- La prevalenza, invece, è compresa tra 1 e 3% nella popolazione generale e 4-7 ogni 1000 pazienti che visitano gli studi di medicina generale.
- Fino al 50% di tutti i giocatori di tennis sperimenta qualche tipo di dolore al gomito, con il 75-80% di questi disturbi attribuibili ad epicondilalgia.
- Più comunemente viene interessato il braccio dominante.
Eziologia
Si ritiene che l'epicondilite laterale sia un processo degenerativo, che deriva da microtraumi ripetitivi, oppure può essere il risultato di un sovraccarico dei muscoli estensori dell'avambraccio. Il dolore può avere un esordio insidioso senza un’attività causale specifica. È opinione diffusa che il meccanismo di lesione implichi carichi ripetitivi a livello del polso e del gomito, compresa la supinazione e l'estensione del polso. Per aiutare la prognosi, al momento della valutazione, dovrebbero essere indagati il livello di dolore e di disabilità, in quanto ci sono alcune prove che dimostrano che le persone con dolore e disabilità più elevati hanno maggiori probabilità di avere dolore a 12 mesi.
Caratteristiche e Sintomi
Come detto in precedenza, l’epicondilite rappresenta il dolore più comune al gomito. Generalmente, il paziente presenta un inizio insidioso di dolore (che può essere anche acuto), con o senza irradiazione nell'avambraccio ma SENZA dolore nel collo, nell'omero e non oltre il polso. Si manifesta durante attività che coinvolgono lavori in casa, attività ripetitive con riduzione della forza di presa, dolore nel sollevare oggetti (soprattutto a gomito esteso) e dolore direttamente alla palpazione sull'epicondilo laterale e parte prossimale dell'avambraccio. Questo dolore è, inoltre, aggravato da test di resistenza del polso e / o di estensione del secondo o del terzo dito. Se associato a sintomi sensoriali (es. formicolio) può suggerire il coinvolgimento di una componente neurale.
La diagnosi di epicondilite è basata sulla storia clinica e sull'esame obiettivo, con l'imaging diagnostico utilizzato per fare diagnosi differenziale. Infatti è necessario distinguere tale problematica con altre possibili cause di dolore al gomito, come l'instabilità del gomito, la sensibilizzazione centrale (che può essere di natura sensoriale), lesioni neuropatiche come l'intrappolamento del nervo interosseo posteriore, ecc. Anche la valutazione della colonna vertebrale cervicale e toracica e diversi test neurodinamici sono utili per identificare il contributo spinale all'insorgenza e al mantenimento del dolore.
Imaging
Studi di imaging, come ecografia e risonanza magnetica, hanno un'alta sensibilità ma una minore specificità nella rilevazione di epicondilite. È importante sottolineare che i cambiamenti strutturali nell'imaging sono presenti in circa il 50% di individui sani e asintomatici a riprova del fatto che deve essere applicata cautela nell'interpretazione della rilevanza di tali risultati.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio riscontrati per l'epicondilite risultano essere:
- un'attività ripetitiva
- lavori manuali che comportano movimenti ripetuti del braccio e del polso
- lavoro d'ufficio
- età avanzata
- sesso femminile
- patologia della cuffia dei rotatori
- utilizzo di strumenti con peso superiore ad un kg o carichi maggiori di venti kg, almeno dieci volte al giorno
- movimenti ripetitivi per un tempo maggiore di due ore al giorno
Trattamento
È credenza comune pensare che se sono presenti tendiniti o infiammazioni del tendine, i soggetti debbano essere messi a riposo. NON C'È COSA PIÙ SBAGLIATA!!! Tutti gli studi sostengono, infatti, che i tendini rispondono negativamente all'immobilizzazione e al riposo e che sono, invece, necessari carichi fisiologici adeguati per la gestione ottimale del tendine ritenendo che ciò sia il modo migliore per ottenere una riabilitazione efficace.
L'evidenza scientifica esistente in merito, segnala una chiara tendenza a favore delle modalità di FISIOTERAPIA ATTIVA (e NON l'utilizzo di strumentazione passiva tipo laser, tecar, ultrasuoni, ecc) rispetto al riposo assoluto.
Nella cura della tendinopatia laterale di gomito o epicondilite, vi sono diversi tipi di intervento, alcuni efficaci altri molto meno e quindi da evitare. Analizziamo i rimedi:
- Infiltrazioni di corticosteroidi producono un miglioramento del dolore nel breve periodo (6 settimane) ma un PEGGIORAMENTO a 6-12 mesi e un alto tasso di recidiva (34%-72) rispetto alla Fisioterapia.
- Infiltrazioni di PRP (plasma ricco di piastrine) NON sono efficaci.
- Onde d'urto sono efficaci.
- NON ci sono prove convincenti che un qualche tipo di ortesi sia superiore a un'altra nel breve termine, o che l'aggiunta di un'ortesi a un altro trattamento fornisca ulteriori benefici.
- Terapia Manuale apporta benefici sul dolore, forza e miglioramenti clinici in aggiunta con l'esercizio terapeutico, che è la chiave di lettura per il trattamento conservativo.
Quando il problema non viene risolto con un trattamento conservativo e il dolore è arrivato ad essere molto invalidante, può essere presa in considerazione l'operazione chirurgica che mostra risultati da buoni a eccellenti nel 92-94% dei pazienti, ad un follow up (controllo a distanza di tempo) di 10 anni, anche se un recente studio non ha mostrato nessun beneficio dell'asportazione chirurgica della porzione degenerativa dell'estensore radiale breve del carpo rispetto alla chirurgia placebo (quindi un'operazione fittizia) per i pazienti con gomito del tennista.
MESSAGGIO
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