La tendinite calcifica è una dolorosa disfunzione della spalla caratterizzata da depositi di calcio, singoli o multipli, in uno o più tendini della cuffia dei rotatori (costituita da 4 tendini: sovraspinoso o sovraspinato, sottospinoso o infraspinato, sottoscapolare e piccolo rotondo) o nella borsa subacromiale. Il termine "calcificazione del tendine" fu probabilmente coniato per la prima volta da Plenk nel 1952, mentre fu Codman che descrisse la presenza di depositi di calcio nella cuffia dei rotatori. La patologia si risolve spontaneamente nella maggior parte dei casi e può essere gestita con una terapia conservativa, ma possono esservi alcuni pazienti che continuano ad avere una spalla dolorosa per un lungo periodo di tempo con i depositi che non mostrano alcun segno di risoluzione. L'incidenza della tendinite calcifica, varia dal 2,7% al 20%, come riportato da vari autori e in circa il 10-20% dei pazienti, i depositi di calcio sono bilaterali. La maggior parte degli studi ha rilevato una maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini e l’età media di presentazione è tra i 30 e i 50 anni, mentre negli anziani non è stata trovata la presenza di nessun deposito. I depositi si trovano più comunemente nel sovraspinoso (51%), ma spesso possono essere presenti anche nel sottospinoso (44,5%), nel piccolo rotondo (23,3%) e raramente nel sottoscapolare (3%). La maggior parte dei pazienti affetti è costituita da lavoratori sedentari o casalinghe ed è più comunemente colpita la spalla destra. La storia naturale della malattia può essere suddivisa in tre fasi cliniche distinte: acuta, subacuta e cronica. Il principale sintomo è il dolore alla spalla, che può o meno essere associato a una limitazione dei movimenti. Solitamente all’insorgenza della malattia il dolore è acuto; tuttavia si è visto che, nel 20% dei casi, i depositi di calcio possono essere asintomatici, quindi senza dolore. Lo spasmo muscolare e l'infiammazione della borsa subacromiale (nota come borsite) e del capo lungo del bicipite determinano anch’essi sintomi dolorosi. Nella maggior parte dei casi il dolore alla spalla è associato alla fase acuta della malattia, ma gli episodi di dolore acuto sono spesso correlati a riacutizzazioni di tendinopatia cronica o insorgenza di complicanze rare non correlate all'evoluzione della malattia, come la spalla congelata, la rottura della cuffia dei rotatori o l’infiammazione del capo lungo del bicipite.
Eziopatogenesi e Istopatologia
La causa della calcificazione del tendine rimane ambigua: Codman ha ipotizzato che la degenerazione eccessiva della cuffia dei rotatori porta a depositi di calcio nel tendine, ipotesi sostenuta anche da Bishop, mentre Sandstrom ha proposto che la degenerazione del tendine segue un’ischemia locale che porta al depositarsi di calcio. Una descrizione più dettagliata è stata fornita da Uhthoff et al., i quali hanno proposto che la problematica attraversa tre fasi: precalcifica, calcifica e postcalcifica.
- Nella fase precalcifica, vi è una metaplasia fibrocartilaginea nel tendine; questo stadio è raramente sintomatico.
- Successivamente vi è lo stadio calcifico, che è ulteriormente suddiviso in fasi formative, di riposo e di riassorbimento. È in quest’ultima fase che i pazienti sono sintomatici.
- La fase postcalcifica, invece, è la fase di guarigione, in cui è presente il riassorbimento del deposito.
Inoltre, in diversi studi, sono stati riscontrati fattori che potrebbero essere correlati all’insorgenza della patologia, tra cui:
• Disturbi della tiroide
• Metabolismo degli estrogeni
• Problematiche endocrine
• Diabete
• Variazioni dell’espressione di specifici geni
Imaging
Radiologia
Radiografie standard in antero-posteriore, permettono la localizzazione, la valutazione della struttura e la morfologia dei depositi.
Ecografia
L'esame ecografico è uno strumento fondamentale nella diagnosi della tendinite calcifica, in quanto mostra la presenza di depositi, definendo la loro posizione nel tendine, la loro dimensione e consistenza. Questo non ha un ruolo puramente diagnostico, ma viene utilizzato anche come strumento terapeutico nel “lavaggio” del tendine.
Risonanza magnetica
La risonanza magnetica è uno strumento di imaging aggiuntivo ma non essenziale, in quanto non fornisce alcuna informazione aggiuntiva nella maggior parte dei casi. L'accuratezza di tale strumento nell'identificazione della calcificazione del tendine è di circa il 95%, ma è più utile nei casi di tendinite calcifica cronica, che può essere associata a lesioni della cuffia dei rotatori.
Opzioni di trattamento
La gestione conservativa è sempre la prima linea di trattamento. Questa include:
→ I farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), per alleviare il dolore acuto di spalla.
→ La fisioterapia, con Terapia Manuale ed Esercizio Terapeutico per evitare rigidità e modulare il dolore alla spalla.
→ Le onde d’urto: risultano essere utili per il trattamento delle calcificazioni alla spalla; diversi autori hanno descritto buoni risultati con onde d’urto a bassa e media intensità
→ Il “lavaggio” della calcificazione: viene effettuato sotto guida ecografica costante ed è comunemente utilizzato in quanto è una procedura poco costosa e può essere effettuata in ambulatorio in anestesia locale. Vengono posizionati due o tre aghi nella calcificazione ed eseguite diverse punture per romperla. Successivamente viene utilizzata la fisiologica per “sciacquare” e/o aspirare la calcificazione.
Nella maggior parte dei casi, il trattamento conservativo è sufficiente per la risoluzione dei sintomi. Cho et al., hanno riportato risultati da eccellenti a buoni nel 72% dei loro pazienti.
Inoltre, Ogon et al., hanno descritto i fattori prognostici, la cui identificazione è utile per adattare il trattamento all'esito favorevole nel più breve tempo possibile. Tra i fattori prognostici negativi, che possono portare ad un fallimento della terapia conservativa, è possibile trovare:
• Persistenza, anche dopo un trattamento conservativo, della tendinite calcifica sintomatica per un periodo superiore ai 6 mesi.
• Deposito bilaterale della calcificazione.
• Localizzazione vicino alla porzione anteriore dell'acromion.
• Estensione mediale (subacromiale).
• Alto volume di deposito della calcificazione.
La rimozione chirurgica della tendinite calcifica è l’alternativa più opportuna dopo che il trattamento conservativo non ha condotto ai risultati sperati. Ad oggi, la tecnica maggiormente utilizzata è l’artroscopia alla spalla, rispetto ad una tecnica a cielo aperto, in quanto meno invasiva. Il trattamento chirurgico dovrebbe essere riservato ai pazienti che non rispondono al trattamento conservativo per più di 6 mesi, come detto in precedenza, e il paziente deve essere informato sul recupero post-operatorio.
Complicazioni
Possono essere presenti diverse complicazioni associate alla calcificazione di spalla. Una di queste è il dolore in quanto la maggior parte dei pazienti con tendinite calcifica sono asintomatici. Altre possibili conseguenze potrebbero essere una lesione della cuffia dei rotatori o spalla congelata, che si possono verificare sia nel corso della patologia sia a seguito dell’intervento chirurgico.
Durante il “lavaggio” della calcificazione può verificarsi la perdita di conoscenza (quindi uno svenimento), mentre la somministrazione di onde d’urto ad alto dosaggio potrebbe essere associata a dolore, ematoma locale, eritema ed ecchimosi.
MESSAGGIO
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Calcific tendinitis of the rotator cuff: state of the art in diagnosis and treatment. Merolla G, Singh S, Paladini P, Porcellini G. J Orthop Traumatol. 2016 Mar;17(1):7-14