La Spalla Congelata fu descritta inizialmente da Duplay nel 1872, che chiamò la condizione "periartrite scapolo-omerale". Nel 1934 Codmann utilizzò il termine Spalla Congelata e nel 1943 Lippmann sostenne che la periartrite o la Spalla Congelata derivavano dall'infiammazione del tendine del capo lungo del bicipite ed ha affermato che la condizione doveva essere chiamata “tenosinovite bicipitale” e che clinicamente poteva essere considerata simile alla sindrome di De Quervain, mentre "capsulite adesiva" fu introdotto per la prima volta nel 1945 da Neviaser. Quest’ultimo termine, anche se ancora utilizzato, in realtà non risulta essere corretto poiché, sebbene siano presenti una sinovite e una “contrattura della capsula”, tale patologia non è associata ad adesioni capsulari.
La Spalla Congelata è una condizione clinica caratterizzata da una sintomatologia dolorosa che coinvolge la spalla e da una progressiva limitazione della mobilità attiva e passiva dell'articolazione gleno-omerale.
In passato il termine Spalla Congelata è stato usato impropriamente come diagnosi generale per il dolore e la rigidità della spalla. Questa patologia è associata ad un decorso clinico prolungato, che di solito termina con una risoluzione ma, il lento tasso di recupero da quella che è frequentemente una condizione invalidante, può essere frustrante per i pazienti e per i professionisti sanitari.
Epidemiologia
La Spalla Congelata si presenta nel 2-5% della popolazione generale e fino al 20% nei pazienti diabetici. Si verifica più comunemente tra i 40 ei 60 anni e il 10-20% dei soggetti avrà una ricorrenza sulla spalla opposta. Inoltre il coinvolgimento bilaterale è raro.
Eziologia
La fisiopatologia non è chiara. Gli studi suggeriscono che la Spalla Congelata è caratterizzata da due principali fenomeni: un'iniziale infiammazione seguita da una fibrosi capsulare. In entrambe queste fasi il fenomeno scatenante non è attualmente conosciuto.
Quello che, ad oggi, sappiamo è che tale patologia origina senza uno specifico evento precipitante, a causa di un'infiammazione della capsula articolare della spalla. Inizia, così, una cascata biologica con conseguente fibrosi, il segno distintivo della contrattura della capsula gleno-omerale, che porta al quadro clinico caratteristico della Spalla Congelata.
Fattori di rischio
Le condizioni che risultano essere associate a tale disturbo sono varie:
- Diabete
- Disturbi della tiroide
- Storia familiare positiva
- Razza caucasica
- Morbo di Dupuytren
- Immobilizzazione
- Sesso femminile
- Alcuni studi riportano associazioni con: l'ipercolesterolemia e le lipoproteinemie infiammatorie, il trattamento chirurgico per emorragia subaracnoidea, emiplegia, morbo di Parkinson, chirurgia cardiaca e toracica
Classificazione
La Spalla Congelata può essere suddivisa in primaria e secondaria. Quella primaria o idiopatica può insorgere spontaneamente, mentre il tipo secondario può verificarsi dopo lesioni alla spalla o immobilizzazione (ad es. Rottura del tendine della cuffia dei rotatori, conflitto subacromiale, tenosinovite bicipite e tendinite calcifica).
Lundberg classificò la condizione come primaria quando non era possibile stabilire una causa chiara e secondaria quando la patologia si verificava dopo un evento definito (ad esempio un trauma).
Tra quelle secondarie è possibile distinguere tre sottocategorie:
- Sistemica (causate da diabete e altre condizioni metaboliche)
- Estrinseca (a seguito di fratture dell’omero, malattie cardiache o polmonari, ecc)
- Intrinseca (per tendinopatia della cuffia dei rotatori, tendinite calcifica, ecc)
In letteratura vengono distinte diverse fasi (che variano da due a quattro) attraverso cui si evolve tale patologia.
Quella che risulta essere più convenzionale, suddivide lo sviluppo della spalla congelata in:
- Fase di congelamento, che dura dai due ai nove mesi. In questo stadio il dolore prevale sulla limitazione, quindi il soggetto riesce a compiere il movimento con molto dolore e la limitazione si riduce gradualmente.
- Fase congelata, che dura dai quattro ai dodici mesi. È caratterizzata dal prevalere della limitazione del movimento sul dolore, infatti quest'ultimo inizia a ridursi e, allo stesso tempo, i movimenti si riducono notevolmente.
- Fase di scongelamento, che dura dai cinque mesi ai due anni. Il dolore continua a diminuire e il range di movimento viene lentamente recuperato.
Caratteristiche e Sintomi
I pazienti che presentano una Spalla Congelata riportano spesso un esordio insidioso senza causa apparente o un evento minimo alla base dell’insorgenza del disturbo e successivamente una diminuzione graduale del movimento sia attiva che passiva. Il soggetto potrebbe presentare dolore a riposo e/o notturno (significativo), difficoltà a dormire sul lato affetto, difficoltà a portare pesi e nelle donne difficoltà ad allacciarsi il reggiseno (in generale hanno difficoltà a portare la mano dietro la schiena). Il dolore coinvolge principalmente l'aspetto anteriore della spalla con irradiazione verso il basso alla superficie antero-laterale del braccio fino al suo terzo distale ma può essere localizzato all’inserzione del deltoide.
Diagnosi differenziale
Vi sono alcune condizioni che possono presentarsi con caratteristiche simili; è quindi di fondamentale importanza effettuare una diagnosi differenziale accurata per escludere altre patologie come:
- Artrosi
- Tendinite della spalla
- Neoplasie
- Borsite
- Sindrome di Parsonage-Turner
- Lesione della cuffia dei rotatori
- Lesione del cercine glenoideo
Ad esempio, l’età, la possibile presenza di crepitio, una RX positiva, un dolore di tipo progressivo piuttosto che insidioso, potrebbero permettere di distinguere l’artrosi dalla Spalla Congelata.
Prognosi
Mentre in passato molti autori ritenevano che la Spalla Congelata fosse una condizione con risoluzione spontanea nel giro di 12-36 mesi gli ultimi studi hanno mostrato una prognosi più variabile, con risoluzione in molti casi incompleta in questo lasso di tempo. Inoltre, fino al 50% dei pazienti continua a riscontrare sintomi fino a dieci anni, per il dolore e/o per limitazione del movimento. In generale, la durata media è di 30,1 mesi (intervallo 12 - 42 mesi) e i tempi di recupero sono variabili e dipendono da numerosi fattori.
Imaging
La Spalla Congelata è generalmente una diagnosi clinica e normalmente non richiede indagini approfondite. Solitamente sono sufficienti radiografie della spalla per escludere artrosi dell'articolazione o altre patologie.
L'ecografia può essere utilizzata principalmente per rilevare l'ispessimento del legamento coraco-omerale e l'ipertrofia sinoviale all'intervallo della cuffia dei rotatori che potrebbero essere collegate alla spalla congelata. La risonanza magnetica ha dimostrato un'elevata accuratezza diagnostica nel rilevare un numero di caratteristiche suggestive di questa patologia, tra cui ispessimento della capsula e del legamento coraco-omerale, bassa distensione capsulare e ipertrofia sinoviale e cicatrizzazione del tessuto all'intervallo dei rotatori. Ma, come detto in precedenza, la diagnosi è clinica e non supportata da esami strumentali.
Trattamento
Il trattamento è inizialmente di tipo conservativo con Fisioterapia e farmaci. Se questa fase dovesse fallire, si potrebbero prendere in considerazione altre due modalità di intervento:
- la manipolazione sotto anestesia la quale, nonostante abbia avuto successo in alcuni pazienti, è stata segnalata come causa di varie complicazioni come: frattura dell'omero, lesione dei nervi, lussazione, rottura del legamento gleno-omerale, distacco del labbro glenoideo, lesioni SLAP, lesione del tendine della cuffia dei rotatori;
- l'operazione chirurgica, cioè il rilascio capsulare tramite artroscopia alla spalla, generalmente da prendere in considerazione solo dopo che le misure conservative non hanno prodotto risultati positivi.
È ovvio che il tipo di trattamento da utilizzare deve essere regolato sulla base delle caratteristiche individuali del soggetto, in quanto le presentazioni cliniche differiscono tra i diversi pazienti.
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