La frattura del bacino è una condizione che interessa principalmente i giovani ragazzi di sesso maschile a causa di forti traumi subiti come ad esempio incidenti stradali o sportivi, spesso in associazione ad altre importanti lesioni, che possono rappresentare un rischio per la salute del paziente. In età più avanzata, invece, sono colpite maggiormente le donne probabilmente a causa della presenza di osteoporosi. In questo caso, basta anche una semplice caduta per causare una frattura pelvica. Tale condizione è caratterizzata in generale da dolore al bacino e gonfiore nella zona colpita con impossibilità a caricare sull’arto e quindi a camminare. Le fratture pelviche necessitano di diversi tipi di trattamento in base alla gravità della situazione: è possibile fare ricorso ad una gestione conservativa con riposo e successiva fisioterapia a consolidazione avvenuta, oppure utilizzare un intervento chirurgico nelle situazioni più gravi o in presenza di fratture scomposte. A seguito dell’operazione chirurgica, decisa dal medico in base alla tipologia di frattura, il paziente intraprende un percorso specifico di riabilitazione al fine di tornare a svolgere nel modo migliore possibile le normali attività della vita quotidiana. Purtroppo spesso le fratture del bacino possono lasciare nel soggetto segni evidenti di disabilità: un intervento anche di tipo psicologico potrebbe aiutarlo nell’accettazione della condizione attuale.
Epidemiologia
La frattura del bacino rappresenta circa il 3% di tutte le fratture generali che coinvolgono i soggetti adulti. L’incidenza nella popolazione generale è di 37 casi ogni 100.000 soggetti ogni anno e, nello specifico, sono colpiti principalmente i giovani nella fascia d’età tra i 15 e i 28 anni. In adolescenza o in giovane età adulta, sono coinvolti maggiormente i ragazzi di sesso maschile rispetto alle donne, probabilmente a causa di un coinvolgimento più intenso nelle attività ad elevata energia. Nell’età più avanzata, invece, le donne sono colpite di più rispetto agli uomini a causa della probabile presenza di osteoporosi e quindi di una ridotta qualità ossea.
Tali lesioni posso essere estremamente gravi e presentano elevati tassi di letalità in quanto, soprattutto in contesti di politraumi, vi sono numerosi organi e apparati coinvolti, con il rischio di gravi conseguenze per la salute e, a volte, anche per la vita del paziente colpito.
Eziologia
La frattura del bacino è causata da due meccanismi principali: il trauma ad elevata energia ed il trauma a bassa energia.
- Il trauma ad alta energia, che interessa principalmente soggetti di giovane età, comprende eventi caratterizzati da un forte impatto come ad esempio un incidente stradale (in auto o in moto), un incidente in bici, un pedone investito, una caduta da altezza elevata (come ad esempio da una scala o da un albero) e gravi traumi sportivi. Queste sono, spesso, fratture complesse e molto pericolose per la vita del paziente in quanto si sviluppano in concomitanza con altre lesioni importanti.
- Il trauma a bassa energia, invece, coinvolge principalmente soggetti di età più avanzata, soprattutto di sesso femminile, che potrebbero presentare una ridotta densità ossea a causa dell’osteoporosi. In questi casi, è sufficiente anche un trauma minimo a causare una frattura del bacino, come ad esempio una caduta da un’altezza non significativa (dalla posizione eretta) o durante lo svolgimento di semplici attività quotidiane oppure un colpo diretto sul bacino. In questi casi ci troviamo, solitamente, difronte a fratture stabili.
Classificazione
Il sistema di classificazione delle fratture del bacino più frequentemente utilizzato è quello modificato e pubblicato da Young-Burgess. Questo sistema suddivide la lesione pelvica in base alla direzione dell’impatto durante il trauma e al grado di spostamento osseo, distinguendo tra compressione anteroposteriore, compressione laterale, verticale e combinato.
Caratteristiche e Sintomi
La frattura del bacino è caratterizzata da diversi segni e sintomi che il paziente può riferire durante la visita o che possono essere osservati dal medico ortopedico durante la valutazione. I principali sono:
- Presenza di un trauma
- Dolore che peggiorante durante il movimento dell’anca o quando il soggetto prova a camminare
- Ematoma/lividi nella zona interessata
- Possibile gonfiore nell’area del bacino
- Impossibilità a caricare il peso su un arto o su entrambi
- Possibile crepitio
Il medico, inoltre, esamina attentamente il paziente al fine di rilevare l’eventuale presenza di altre lesioni ad esempio alle gambe, ai piedi, alla parte superiore del tronco o, in generale, danni neurovascolari. Infatti, soprattutto a causa dell’elevata energia dell’impatto, la frattura pelvica si verifica frequentemente nel contesto di un trauma multisistemico, in cui è possibile identificare anche lesioni associate come fratture dell’acetabolo, frattura vertebrale, fratture della tibia o altre condizioni (lesioni neurologiche, lesioni agli organi interni, ecc.) che potrebbero rendere più grave il quadro clinico generale del paziente, portando a numerose complicanze o conseguenze estremamente negative. Inoltre, il rischio di emorragia, rende le fratture complesse del bacino una delle lesioni scheletriche più gravi.
Diagnosi differenziale
Nel contesto della frattura del bacino è necessario individuare anche altre condizioni che con questa potrebbero condividere diverse caratteristiche. È importante riconoscerle per porre una corretta diagnosi e, soprattutto, per scegliere il più adeguato tipo di trattamento da utilizzare. Tra le principali troviamo:
- Frattura dell’acetabolo
- Frattura del femore
- Frattura vertebrale
- Lussazione dell’anca
Imaging
La diagnosi di frattura del bacino è raggiunta attraverso l’interazione tra la visita specialistica effettuata dal medico ortopedico e gli esami strumentali prescritti, tra cui:
- Radiografia: è l’imaging di primo livello quando si sospetta una frattura pelvica. Questa consente di osservare in modo dettagliato la localizzazione della frattura, lo stato delle ossa del bacino e valutare l’entità del danno subito dal paziente. Permette, inoltre, di determinare eventuali fratture associate stabilendone il grado di complessità.
- TAC: in particolare attraverso la TAC 3D è possibile osservare più dettagliatamente le fratture presenti e le lesioni associate, guidando anche il chirurgo a prendere decisioni circa l’intervento più idoneo da utilizzare.
- Risonanza magnetica: utile per indagare l’eventuale coinvolgimento dei tessuti molli, come muscoli e legamenti.
Trattamento
Il trattamento della frattura del bacino varia in base alla gravità della lesione e dell’eventuale coinvolgimento di altre strutture e può essere di tipo conservativo o chirurgico. La gestione conservativa è indicata nei casi di fratture pelviche lievi, stabili, non scomposte o causate da traumi a bassa energia. In questi casi viene solitamente indicato un iniziale riposo a letto: questo periodo di tempo prevede radiografie di controllo al fine di dimostrare l’avvenuta consolidazione della frattura o la formazione del callo osseo. Quando il medico ortopedico lo ritiene più opportuno, consentirà al paziente di assumere la posizione seduta. Gradualmente gli permetterà di alzarsi in piedi e deambulare con l’ausilio di un girello ascellare o di stampelle quando ritiene che il soggetto sia in grado di tollerare il carico sugli arti.
In questo contesto il fisioterapista svolge un ruolo di fondamentale importanza in quanto attraverso mobilizzazioni ed esercizi specifici aiuta il paziente a recuperare l’articolarità, rinforzare la muscolatura degli arti inferiori e della colonna, lavorare sulla propriocezione per tornare a svolgere in modo corretto tutte le attività della vita quotidiana.
Invece, il paziente che subisce una frattura di bacino a causa di traumi ad elevata energia, solitamente è trasferito d’urgenza al pronto soccorso per interventi tempestivi e spesso salva-vita, soprattutto a causa della gravità delle lesioni associate come ad esempio quelle alla testa, all’addome o al torace, che potrebbero portare a gravi conseguenze. In questi casi, infatti, il trattamento è di tipo chirurgico e richiede un approccio multidisciplinare, cioè il coinvolgimento di diversi medici specialisti che intervengano rapidamente sui diversi distretti corporei interessati. Le tecniche chirurgiche utilizzate in questo contesto sono diverse e vengono decise dal chirurgo in base alle caratteristiche della frattura e del paziente. Solitamente viene effettuata una riduzione a cielo aperto con stabilizzazione tramite placche e viti o tramite un fissatore esterno, al fine di bloccare l’articolazione e permettere la consolidazione della frattura pelvica.
In ogni caso, seguirà un periodo di riabilitazione post-chirurgica a cui il paziente deve partecipare costantemente e pazientemente in quanto il percorso previsto richiederà molto tempo e l’impegno attivo determinerà sicuramente maggiori tassi di successo. In particolare, la fisioterapia attraverso mobilizzazioni passive e attive, esercizio terapeutico e training propriocettivo, permette di ridurre ed eliminare il dolore, recuperare l’intera gamma di movimento, ripristinare l’equilibrio e la corretta deambulazione, rinforzare la muscolatura (dell’arto inferiore e della colonna vertebrale), ripristinare la completa capacità funzionale dell’anca per tornare a svolgere in autonomia tutte le attività quotidiane, sportive e lavorative precedentemente compromesse.
Data la complessità di tale frattura, in alcuni casi, il paziente potrebbero andare incontro ad una disabilità permanente, che non compromette solo il suo stato fisico ma anche la salute psicologica. Un supporto specialistico multidisciplinare in questi soggetti è fondamentale per affrontare tale invalidità nel modo più appropriato.
Complicazioni
In seguito ad una frattura del bacino, soprattutto se causata da traumi ad elevata energia, di un politrauma o a seguito dell’intervento chirurgico, il paziente potrebbe subire delle conseguenze negative legate a diversi fattori. Le principali complicazioni sono:
- Errata unione della frattura
- Mancata unione della frattura
- Pseudoartrosi
- Infezione
- Embolia polmonare
- Trombosi venosa profonda
- Lesione nervosa
- Disabilità permanente
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