La frattura dell’acetabolo è una lesione che coinvolge l’anca, interessando sia soggetti di giovane età (tra i 20 e i 50 anni) che soggetti di età superiore ai 60 anni. In presenza di tale lesione il soggetto riferisce dolore, limitazione o difficoltà nello svolgimento dei movimenti con impossibilità di caricare il peso sull’arto, ematoma, dolore e gonfiore. La frattura dell’acetabolo è causata da eventi traumatici come incidenti automobilistici, cadute anche di lieve entità o, più raramente, da attività sportive. Dato che le fratture dell’acetabolo in diversi casi, soprattutto nei giovani, sono causate da traumi ad elevata energia, spesso sono presenti altre lesioni concomitanti tra cui: frattura del femore, frattura del piatto tibiale, frattura della tibia, fratture vertebrali, lesione del labbro acetabolare, lussazione dell’anca. Il trattamento di queste lesioni può essere di tipo conservativo (attraverso l’immobilizzazione a letto e successiva fisioterapia), o di tipo chirurgico (con seguente percorso di riabilitazione con un fisioterapista).
Anatomia
L’osso dell’anca è un osso piatto che risulta dalla fusione di “tre ossa” distinte: ileo, ischio e pube. La fusione di queste tre avviene all’incirca tra i 10 e i 16 anni. Il punto di saldatura tra queste tre componenti corrisponde all’acetabolo. Rispetto a quest’ultimo l’ileo è posto superiormente, l’ischio è posto posteroinferiormente e il pube anteroinferiomente. L' acetabolo ha una superficie articolare a forma di C in cui si inserisce la testa del femore per formare l’articolazione dell’anca. Inoltre, il bordo dell'acetabolo è rivestito da un labbro acetabolare fibrocartilagineo. Il labbro acetabolare ha diverse funzioni, tra cui: distribuire la pressione, lubrificare l’articolazione, garantire la stabilità e assorbire gli urti.
Epidemiologia
La frattura dell’acetabolo è una lesione poco comune, con un’incidenza di circa tre casi ogni 100.000 soggetti l’anno. Tali fratture si riscontrano in pazienti più giovani generalmente di sesso maschile (dai 20 ai 50 anni) a causa di incidenti in auto o moto o per traumi ad alta energia. Negli ultimi anni si è osservato un aumento dell’aspettativa di vita a livello mondiale: questo indica che ci sono sempre più persone anziane attive. Questi dati, insieme alle comorbidità mediche e alla scarsa qualità ossea tipicamente associata all'invecchiamento, espongono la popolazione anziana al rischio di gravi traumi ortopedici. Infatti, è stato riscontrato un aumento dei casi di frattura dell’acetabolo nei pazienti di età più avanzata (dai 60 agli 80 anni). Questi solitamente subiscono tali fratture a causa di cadute di lieve entità e spesso presentano una concomitante osteoporosi. In questo caso sono principalmente pazienti di sesso femminile.
Le fratture acetabolari a seguito di traumi sportivi sono rare, anche se ci sono diversi studi che riportano casi di traumi subiti durante l’attività sportiva come il calcio, il rugby, l’arrampicata e lo sci.
Eziologia
Le cause che portano ad una frattura dell’acetabolo sono varie. Possiamo individuare diverse situazioni traumatiche che portano a tale lesione:
- Incidenti stradali in auto o in moto (principalmente nei soggetti più giovani)
- Cadute, anche a bassa energia (nei soggetti di età più avanzata)
- Cadute in bici
- Attività sportive (raramente)
- Pedoni colpiti da automobilisti
Il meccanismo principale che causa una frattura dell’acetabolo è una caduta sul grande trocantere con conseguente impatto della testa del femore sull’acetabolo, causandone la rottura.
Tale frattura può essere accompagnata da altre lesioni associate come ad esempio frattura del femore, frattura del piatto tibiale, frattura della tibia, fratture vertebrali, frattura della rotula, lussazione dell’anca. Le lesioni associate sono, però, molto più frequenti nei soggetti giovani piuttosto che nei pazienti di età avanzata, in quanto queste sono principalmente presenti quando il trauma è ad elevata energia.
Classificazione
La classificazione maggiormente utilizzata per la frattura dell’acetabolo è il sistema di classificazione di Judet e Letournel. Questo sistema suddivide le fratture acetabolari in fratture semplici e fratture associate.
Fratture semplici:
- Frattura della parete posteriore
- Frattura della colonna posteriore
- Frattura della parete anteriore
- Frattura della colonna anteriore
- Frattura trasversa
Fratture associate:
- Frattura della colonna e della parete posteriore
- Frattura della parete e trasversa posteriore
- Frattura a T
- Frattura della colonna anteriore e emitrasversa posteriore
- Frattura a due colonne
Caratteristiche e Sintomi
Nella frattura dell’acetabolo si possono osservare numerosi segni e sintomi riferiti dai pazienti o osservati dallo specialista, tra cui:
- Presenza di un trauma
- Impossibilità di caricare sull’arto interessato
- Dolore durante i movimenti
- Ematoma
- Gonfiore
Durante la valutazione iniziale il medico ortopedico dovrà valutare attentamente la storia del paziente, le comorbidità e anche la possibile presenza di lesioni neurovascolari, al fine di scegliere e pianificare il tipo di trattamento più indicato. La lesione del labbro acetabolare è uno dei traumi associati più di frequente.
Diagnosi differenziale
In presenza di una frattura acetabolare è necessario effettuare un’accurata valutazione clinica della sintomatologia riscontrata dai pazienti, in modo da intervenire tempestivamente nel modo migliore e distinguerla da altre patologie che condividono con tale lesione alcune caratteristiche. Tra queste patologie troviamo:
- Frattura del femore
- Lussazione dell’anca
- Frattura del bacino
Imaging
Per la diagnosi della frattura dell’acetabolo risulta indispensabile associare anche esami strumentali alla visita specialistica. A tal proposito, la radiografia (RX), utilizzata subito dopo il trauma, permette di individuare la presenza di una frattura. In molti casi può essere utilizzata anche la TAC per approfondire la tipologia della frattura subita e valutare lo spostamento articolare. La TAC inoltre è spesso utilizzata nei casi di politrauma per evidenziare meglio le diverse lesioni che il paziente ha subito.
La risonanza magnetica è utilizzata raramente in questi tipi di fratture: a volte è indicata dopo un periodo di tempo dal trauma nel caso la sintomatologia sia persistente, per una rivalutazione del caso e un’osservazione più approfondita dello stato dei tessuti molli.
Trattamento
Gli obiettivi fondamentali del trattamento della frattura dell’acetabolo sono:
- Stabilizzare la frattura
- Assicurare una mobilizzazione precoce e un carico graduale sull’arto interessato
- Ripristinare la corretta deambulazione
- Evitare le eventuali complicanze associate, soprattutto possibili nel paziente anziano (come ad esempio problematiche respiratorie, trombosi, piaghe da decubito)
In presenza di una frattura dell’acetabolo, prima di prendere in considerazione le opzioni di trattamento, è necessario completare un’accurata valutazione del paziente prendendo in considerazione la storia, le esigenze funzionali, le situazioni di vita e svolgere un attento esame fisico con particolare attenzione alle lesioni associate. Il trattamento può essere di tipo conservativo o chirurgico.
La gestione non chirurgica è prevista per quelle fratture non scomposte o leggermente spostate (<3 mm), quando il paziente non può essere operato a causa di comorbidità preesistenti (come problematiche cardiache o respiratorie) o quando lo stato generale di salute non lo permette. Tale trattamento prevede un periodo di immobilizzazione a letto più o meno ampio, sulla base della decisione del medico ortopedico, e successiva fisioterapia da iniziare prima possibile. Dapprima vi saranno mobilizzazioni passive, poi si proseguirà con mobilizzazioni attive assistite fino a che, a seguito del controllo medico di routine, lo stesso decide di concedere il carico graduale sull’arto interessato. I principali obiettivi della fisioterapia nel caso di una frattura dell’acetabolo sono:
- Permettere un recupero articolare e muscolare attraverso esercizi specifici
- Sostenere il ripristino della corretta deambulazione
- Aiutare il soggetto a recuperare autonomia nello svolgimento delle normali attività quotidiane, lavorative e sportive
Per quanto riguarda, invece, il trattamento di tipo chirurgico, questo viene indicato dopo un’attenta valutazione, generalmente nei casi in cui la frattura sia spostata più di 3mm, quando sono presenti lesioni associate e quando le condizioni di salute generali del paziente lo consentono. Il chirurgo può decidere diversi tipi di intervento come ad esempio operazione con l’utilizzo di placche e viti per stabilizzare la frattura o, in altri casi (ad esempio quando non è possibile “riparare” la lesione) l’impiego di una protesi. Dopo l’operazione vi sarà un breve periodo di immobilizzazione al fine di intraprendere, nel più breve tempo possibile, un percorso di riabilitazione svolto da un fisioterapista al fine di permettere un recupero dell’articolarità, della forza muscolare e della capacità di carico dell’arto coinvolto, per consentire il rapido ritorno a tutte le attività precedentemente svolte dal paziente.
Inoltre, è possibile individuare alcune complicanze che possono presentarsi in seguito ad una frattura dell’acetabolo o a seguito dell’intervento chirurgico, tra cui:
- Artrosi all’anca
- Trombosi venosa profonda
- Lesioni dei vasi femorali
- Linfedema
- Meralgia parestetica
- Ematoma e compromissione della guarigione delle ferite
- Non consolidazione della frattura
- Limitazioni funzionali
- Mortalità nei pazienti più anziani
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