La rottura del tendine del quadricipite è una lesione relativamente rara che si riscontra solitamente nei soggetti oltre i 40 anni, con una storia di malattia cronica, come diabete, insufficienza renale, gotta, artrite reumatoide o iperparatiroidismo.
Tale lesione può essere causata da un trauma diretto o indiretto al ginocchio, quindi ad esempio a causa di un infortunio domestico, sportivo, sul lavoro o un incidente automobilistico.
Questa condizione di solito si presenta unilateralmente, anche se sono state riportate lesioni spontanee bilaterali in pazienti con obesità preesistente.
La presentazione clinica di soggetti che hanno subito una lesione del tendine del quadricipite è caratterizzata da dolore al ginocchio, gonfiore, ematoma, difficoltà o impossibilità nella deambulazione e nell’estensione della gamba.
Il trattamento d’elezione è quello chirurgico al fine di riparare la lesione e permettere di ripristinare il corretto meccanismo di estensione dell’arto inferiore, di fondamentale importanza per poter innanzitutto tornare a camminare. Un recupero ottimale prevede un lungo periodo di fisioterapia e riabilitazione per riuscire a recuperare tutte le funzioni deficitarie in maniera ottimale e completa. Possono esserci delle complicazioni a seguito della lesione del tendine del quadricipite o a seguito dell’intervento chirurgico come ad esempio rigidità o dolore persistente, che potrebbero pregiudicarne il recupero.
Anatomia
Il quadricipite è il muscolo più voluminoso del corpo umano e permette movimenti di estensione del ginocchio e flessione dell’anca (quest’ultima svolta in particolare dal retto femorale). Si trova nella parte anteriore della coscia ed è formato da quattro capi muscolari, nello specifico:
- Retto femorale
- Vasto mediale
- Vasto laterale
- Vasto intermedio
Le fibre tendinee dei 4 capi muscolari convergono distalmente inserendosi sulla parte superiore della rotula formando il tendine del quadricipite. Mentre i muscoli retto femorale, vasto mediale e vasto laterale oltrepassano la base della rotula formando il tendine rotuleo, le fibre tendinee del vasto intermedio si inseriscono nella rotula e si fermano lì senza oltrepassarla.
Durante lo svolgimento delle attività quotidiane e sportive, il muscolo quadricipite svolge un ruolo di fondamentale importanza in quanto è coinvolto in movimenti come camminare, salire e scendere le scale, alzarsi dalla sedia, saltare, calciare, correre. È, infatti, un muscolo indispensabile in qualsiasi sport, come ad esempio pallavolo, basket, corsa, calcio, ciclismo.
Epidemiologia
La rottura del tendine del quadricipite è una lesione rara che coinvolge 1,37 persone ogni 100.000 all’anno e si osserva principalmente nei soggetti di sesso maschile con età superiore ai 40 anni, spesso con una storia di alterazioni degenerative o malattie sistemiche. In particolare, cioè, quei pazienti con condizioni croniche che portano ad una degenerazione della struttura intratendinea del ginocchio.
Questa lesione può verificarsi non solo durante lo svolgimento di sport come basket, pallavolo, calcio e rugby ma anche durante lo svolgimento di semplici attività quotidiane e lavorative.
Nei bambini e negli adolescenti è davvero raro riscontrare questo tipo di trauma: la letteratura suggerisce che nei pazienti giovani la rottura del quadricipite è una conseguenza di traumi diretti al ginocchio e non di una condizione preesistente. Inoltre tale patologia negli adolescenti sembra essere associata a una storia di precedente trauma minore, che compromette l'integrità del tendine.
Eziologia
Le cause della rottura del quadricipite possono essere di due tipologie:
- Trauma indiretto: in cui il meccanismo di lesione del tendine del quadricipite è una improvvisa e violenta contrazione eccentrica del muscolo del quadricipite, con il piede puntato a terra e il ginocchio parzialmente piegato.
- Trauma diretto: cioè un colpo diretto sul tendine del quadricipite.
Tale lesione può essere causata quindi da: un infortunio domestico (68% dei casi), un infortunio sportivo (21% dei casi), un infortunio sul lavoro (9% dei casi) o un incidente automobilistico (2% dei casi).
Il tendine più comunemente si rompe trasversalmente a circa 2 cm dal polo superiore della rotula, nell’area più degenerata del tendine.
Fattori di rischio
Tra i principali fattori di rischio che, se presenti, potrebbero aumentare la probabilità di una rottura del tendine del quadricipite, troviamo:
- Età (> 40 anni)
- Sesso maschile
- Degenerazione del tendine
- Diabete
- Gotta
- Artrite reumatoide
- Uso di steroidi
- Insufficienza renale cronica
- Iperparatiroidismo
- Uso prolungato di fluorochinoloni
- Disturbi del tessuto connettivo
Caratteristiche e Sintomi
Il soggetto che ha subito una lesione del tendine del quadricipite tipicamente lamenta dolore acuto al ginocchio e gonfiore. L'esame clinico del ginocchio rivela ecchimosi cutanea (ematoma), gonfiore e debolezza sulla parte distale della coscia (appena sopra la rotula). Attraverso la palpazione è possibile riconoscere il cosiddetto “segno del solco”, ovvero un gap palpabile immediatamente prossimale alla rotula. Il paziente, inoltre, ha difficoltà o impossibilità nel camminare e nel sollevare la gamba con il ginocchio esteso (cioè non è in grado di eseguire un sollevamento attivo della gamba dritta) e il segno di ritardo dell'estensione è positivo. Il soggetto non è in grado di camminare senza un qualche tipo di assistenza e di solito tiene la gamba il più dritto possibile.
Sono di fondamentale importanza una diagnosi tempestiva e il trattamento chirurgico della rottura del tendine del quadricipite al fine di ottenere risultati funzionali ottimali, evitando possibili conseguenze importanti come la retrazione del tendine e l'atrofia muscolare del quadricipite che possono verificarsi quando vi è una riparazione ritardata.
Nel caso di traumi ad alta energia si possono verificare anche fratture concomitanti come la frattura del calcagno, la frattura dell’astragalo, la frattura della tibia, ecc. le quali possono interferire con la diagnosi, ritardandola, poiché la lesione del tendine del quadricipite non viene immediatamente evidenziata.
Diagnosi differenziale
È necessario cercare di differenziare la rottura del tendine del quadricipite da altre condizioni e patologie che con questa condividono alcuni segni e sintomi, al fine di diagnosticarla rapidamente e di conseguenza intervenire in modo tempestivo. Tra queste è possibile individuare:
- Frattura della rotula
- Tendinite rotulea
- Lesione del tendine rotuleo
- Frattura del piatto tibiale
- Frattura distale del femore
Imaging
La diagnosi per la rottura del tendine del quadricipite è essenzialmente clinica ma l'aggiunta di esami strumentali come radiografie (raggi X), ecografia e/o risonanza magnetica può essere utile per confermare la diagnosi clinica, escludere o includere altre lesioni ed eventualmente programmare il tipo di intervento da eseguire.
- Radiografia: Viene effettuata una RX per escludere o includere la presenza di fratture associate.
- Ecografia: può essere utile per confermare la diagnosi di lesione al tendine del quadricipite poiché è un esame specifico per lo studio dei tessuti molli.
- Risonanza magnetica: rimane il gold standard per diagnosticare questo tipo di lesione, in quanto fornisce una panoramica anatomica e un’eccellente visione dei tessuti molli. Inoltre è particolarmente utile per il chirurgo poiché permette di pianificare il tipo di intervento più adeguato.
Trattamento
Il trattamento per la rottura del tendine del quadricipite è quasi sempre di tipo chirurgico.
La riparazione chirurgica del tendine avviene attraverso un'incisione longitudinale di circa 6-8 cm, sopra la rotula e si estende prossimalmente (in direzione dell’anca), al fine di esporre il tendine rotto e la rotula. A questo punto il tendine viene suturato alla rotula per ristabilire la sua corretta posizione anatomica. Successivamente, il ginocchio viene immobilizzato in estensione con un tutore funzionale per circa 4-6 settimane (necessario per proteggere la riparazione del tendine e consentire la completa guarigione), seguendo sempre la prescrizione del chirurgo.
Gradualmente il tutore verrà “sbloccato” fino ad arrivare alla completa rimozione (all’incirca 12 settimane). La letteratura suggerisce un periodo di sicurezza per l'immobilizzazione del ginocchio con il tutore che è compreso tra due e tre mesi, cioè fino a quando il paziente riprende il controllo muscolare e la disabilità diminuisce. Proteggere la riparazione è molto importante perché una nuova rottura potrebbe influire irrimediabilmente sulla prognosi finale: un secondo trattamento chirurgico è di solito più impegnativo in quanto vi sono più danni ai tessuti molli e al tendine, con maggiori probabilità di un innesto per ricostruire il tendine completamente lesionato.
A seguito dell’intervento chirurgico per la riparazione del tendine del quadricipite, è di fondamentale importanza intraprendere precocemente un percorso di fisioterapia e riabilitazione al fine di recuperare al meglio la funzionalità dell’arto e tornare rapidamente a svolgere tutte le attività della vita quotidiana.
Il programma di riabilitazione è suddiviso in cinque diverse fasi:
- Fase 1: è fondamentale controllare il dolore, proteggere la riparazione chirurgica e mantenere la forma cardiovascolare;
- Fase 2: è possibile iniziare la mobilizzazione e il rinforzo muscolare;
- Fase 3: riguadagnare l'indipendenza e l’autonomia nelle attività quotidiane;
- Fase 4: normalizzare l'andatura su tutte le superfici;
- Fase 5: ritorno allo sport.
La riabilitazione prevede solitamente un periodo di tempo di circa 5 mesi. Un tempo inferiore potrebbe pregiudicare un recupero ottimale e completo.
Complicazioni
A seguito della rottura del tendine o a seguito all’intervento chirurgico di riparazione è possibile che si presentino alcune complicazioni dovute a diversi fattori.
Il ritardo nel trattamento chirurgico è una causa importante di scarsi risultati funzionali e contribuisce significativamente ad aumentare il rischio di complicanze. Solitamente, è consigliato sottoporsi all’intervento chirurgico nelle 24-72 ore dopo il trauma.
Altre possibili conseguenze negative potrebbero essere:
- Rigidità articolare (in particolare difficoltà a recuperare la flessione del ginocchio)
- Artrofibrosi
- Infezione (rara)
- Deficit muscolare importante (atrofia del quadricipite)
- Ossificazione eterotopica dei tessuti molli
- Dolore persistente
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