Che cos'è?
La Sindrome dello Stretto Toracico è definita come un insieme di segni e sintomi derivanti da una compressione del plesso brachiale, dell’arteria succlavia o della vena succlavia a causa di un restringimento degli spazi nella regione cervico-toraco-brachiale. In altre parole, è una condizione rara, che può verificarsi quando i nervi, l'arteria o la vena del braccio sono compressi da una o più strutture.
Anatomicamente, i principali siti di compressione possono essere suddivisi in tre aree:
1) tra i muscoli scaleni
2) nello spazio costoclavicolare (tra prima costa e clavicola)
3) tra il processo coracoideo e il muscolo piccolo pettorale
I sintomi attribuiti alla Sindrome dello Stretto Toracico (TOS), sono stati descritti per la prima volta nel 1818 dal chirurgo e anatomista inglese Astley Cooper, ma solo nel 1956 Peet ha coniato il termine "Sindrome dello Stretto Toracico".
Il termine, sin dalle origini, è stato utilizzato per far riferimento ad una varietà di sintomi derivanti dalla compressione neurovascolare, con conseguente dolore al collo e alle estremità superiori, debolezza, perdita sensoriale, parestesie e gonfiore. La classificazione avviene principalmente sulla base delle strutture anatomiche interessate, suddividendo la sindrome in TOS venosa, TOS arteriosa e TOS neurogenica. Sebbene la diagnosi di qualsiasi sottotipo di TOS possa risultare difficile, la diagnosi di TOS neurogenica è particolarmente complicata a causa dell'anatomia ramificata del plesso brachiale che porta a diverse tipologie di dolore, disturbi sensoriali e debolezza a seconda delle aree specifiche che vengono compresse.
Fattori congeniti
Sono quei fattori che il soggetto possiede sin dalla nascita, che possono portare con più probabilità alla TOS, come:
• Costa cervicale: una costa supplementare che può fondersi con la prima costa e quindi causare compressione, in particolare sui nervi e sull'arteria succlavia
• Megaapofisi trasversa C7
• Anomalie nell’inserzione muscoli scaleni
• Scoliosi cervico-dorsale
Fattori acquisiti
Sono quei fattori, acquisiti nel corso della vita, che possono determinare con maggiore frequenza l’insorgenza della TOS, come ad esempio:
• Una storia passata di traumi o lesioni: il processo di guarigione di una frattura della clavicola si traduce in una formazione “extra ossea”, che può causare la compressione dei nervi o dei vasi sanguigni
• Colpo di frusta che può provocare spasmi dei muscoli scaleni, causando un restringimento di questa zona
• Occupazioni che richiedono movimenti ripetitivi cronici (con gli arti al di sopra delle spalle)
• Sport professionistici come nuoto, canottaggio, baseball (specialmente lanciatori), body-builder, o qualsiasi altro sport che coinvolga i muscoli intorno al collo e alle spalle
Epidemiologia
La dissezione del cadavere ha suggerito che solo il 10% della popolazione possiede quella che è considerata un'anatomia "normale" bilateralmente dello stretto toracico. La prevalenza di TOS nei soggetti sintomatici è stata stimata pari a 10 su 100.000 persone.
Quali sono le cause?
La TOS neurogenica (NTOS) → è la risultante della compressione del plesso brachiale. Si riscontra nel 90-97% dei casi di TOS.
La TOS arteriosa (ATOS) → risulta dalla compressione dell'arteria succlavia mentre passa attraverso il triangolo formato dal muscolo scaleno anteriore, dal muscolo scaleno medio e dalla prima costa.
TOS venosa (VTOS) → deriva, invece, dalla compressione della vena succlavia, che passa adiacente alla clavicola e alla prima costa ulteriormente circondata dal muscolo scaleno anteriore e dal muscolo succlavio.
VTOS può essere ulteriormente suddivisa in quattro distinte tipologie
1 - trombosi acuta
2 - stenosi cronica (trombosi da sforzo)
3 - ostruzione intermittente senza trombosi
4 - completa ostruzione
Quali sono i sintomi?
Una buona valutazione inizia sempre con un'accurata analisi della storia. Il tema comune a tutte le presentazioni di TOS è la presenza di dolore. L’anamnesi dovrebbe concentrarsi sulla distribuzione precisa del dolore, sulle sue caratteristiche e su quali attività lo aumentano. Dovrebbe, inoltre, essere indagata la sintomatologia associata e la conseguente limitazione funzionale sperimentata dal paziente.
Sindrome dello Stretto Toracico Neurogenica:
Classicamente, coinvolge i nervi del plesso inferiore (C8-T1), poiché sono compressi tra i muscoli scaleni anteriore e medio e la prima costa, che causano sintomi nell'avambraccio e nella zona ulnare della mano, nonché nella zona ascellare, debolezza o atrofia all’eminenza tenar e ai muscoli intrinseci della mano. Il coinvolgimento del plesso superiore (C5-C7) è riscontrato solo nel 3-12% dei casi e di solito si presenta con cambiamenti sensoriali nelle prime tre dita, debolezza del deltoide, del bicipite e del brachiale.
Quindi, la distribuzione del dolore, può essere molto ampia e si verifica:
• nel collo
• nel trapezio
• nella spalla
• al torace
• irradiato al braccio e alla mano
• può essere presente mal di testa (cefalea occipitale)
Il dolore deve essere di natura non radicolare ed essere presente sia durante le attività (dove può limitare la funzione, con debolezza della mano o perdita motoria e disturbi della coordinazione), che durante il riposo. Le parestesie possono essere molto diffuse negli arti superiori e nelle dita con formicolio e/o intorpidimento nella mano.
Sindrome dello Stretto Toracico Venosa si presenta con:
• gonfiore (generalmente primo sintomo)
• edema e cianosi dell'arto superiore
• dolore agli arti superiori, che può coinvolgere anche il torace e la spalla
• dolore "più profondo" e peggiore durante le attività rispetto al riposo
• parestesia a mani e dita
• dolore non radicolare dell'arto superiore
• intorpidimento, freddezza e pallore
• pesantezza
• dolore raramente presente nella spalla o nel collo
• possibile claudicatio dell’arto superiore nei casi più gravi
• parestesia e dolore alla mano
Test
• Test Neurodinamici per i Nervi Mediano, Ulnare e Radiale
• Palpazione nervi
• Adson’s Test
• Test Costoclavicolare o Manovra di Halsted
• Whight’s Test
• Roos Stress Test
• Cyriax Release Test
Esami strumentali
Qualora il medico ritenesse opportuno effettuare ulteriori indagini, è possibile utilizzare diversi strumenti tra cui:
- Radiografie: per individuare anomalie strutturali
- Angiografia ed ecodoppler: per approfondimenti a livello vascolare
- Risonanza magnetica e TC: per escludere problematiche importanti
Diagnosi differenziale
• radicolopatia cervicale
• sindrome del tunnel carpale
• sindrome del tunnel cubitale
Trattamento
Il trattamento principale per questa patologia è sempre quello conservativo. Questo approccio risulta efficace nel 70% dei pazienti che presentano la Sindrome dello Stretto Toracico. Il trattamento è indicato per 8-12 settimane. La Fisioterapia, la variazione delle attività quotidiane (per mantenere al minimo il peggioramento dei sintomi) e l’aggiunta di una terapia farmacologica, sono tutte misure che possono essere impiegate nel trattamento della TOS neurogenica. Nello specifico:
Fisioterapia
In particolare, la Terapia Manuale e le Tecniche Neurodinamiche sono molto efficaci per la gestione del dolore e il miglioramento della sintomatologia.
Terapia farmacologica
I farmaci sono di competenza prettamente medica, quindi rivolgersi ad uno specialista del settore è la soluzione più idonea per questo tipo di approccio. Nel caso specifico possono aiutare:
- antinfiammatori
- antidolorifici
- miorilassanti
Gestione chirurgica
Se il trattamento conservativo fallisce, l’alternativa può essere quella chirurgica che ha dato risultati eccellenti.
MESSAGGIO
Dopo la diagnosi di Sindrome dello Stretto Toracico e l'individuazione del sottotipo specifico è opportuno iniziare il trattamento conservativo il più precocemente possibile per ottenere maggiori risultati nel minor tempo possibile. Contattami subito per prenotare il tuo appuntamento. Lo studio di Fisioterapia si trova a Pescara.
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