L’infiammazione del tendine rotuleo è una delle cause più frequenti di dolore anteriore al ginocchio, osservata soprattutto nei soggetti di giovane età che praticano specifici sport che richiedono continui e ripetuti carichi sul tendine. Tale condizione, infatti, è causata da un sovraccarico ripetuto sul tendine rotuleo con una sua conseguente degenerazione nel corso del tempo. I pazienti colpiti riferiscono dolore al polo inferiore della rotula, con limitazione delle normali attività quotidiane ma, soprattutto, prestazioni ridotte nelle attività sportive praticate. A causa dei sintomi, infatti, molti atleti devono interrompere e, a volte, abbandonare completamente, la pratica sportiva. Nella maggior parte dei casi, il trattamento conservativo porterà alla risoluzione della sintomatologia: grazie alla fisioterapia e all’esercizio terapeutico, associati ad altre modalità di intervento (onda d’urto, infiltrazioni, ghiaccio o farmaci), permette un recupero della funzionalità e della forza muscolare. La chirurgia, invece, è indicata solo nei casi di fallimento della gestione chirurgica dopo un periodo di sei mesi, o nei casi più gravi di tale condizione.
Epidemiologia
L’infiammazione del tendine rotuleo è una condizione molto comune di dolore al ginocchio, riscontrata principalmente nei soggetti giovani, di età compresa tra i 15 e i 30 anni, che praticano sport che richiedono un carico ripetitivo sul tendine rotuleo (salti e cambi di direzione) come la pallavolo e il basket principalmente, ma anche il calcio, il tennis, la pallamano, l’atletica, il salto in alto e la corsa. Nello specifico, tale condizione è particolarmente elevata negli atleti che praticano la pallavolo (circa il 45%) e il basket (circa 32%) a livello professionistico.
L’infiammazione del tendine rotuleo ha un forte impatto sulla salute, sulla qualità di vita generale del soggetto e, soprattutto, sulla partecipazione alle attività sportive, con prestazioni atletiche ridotte e assenze prolungate da allenamenti e competizioni. Infatti, una grande percentuale di pazienti presenterà sintomi persistenti e più del 50% potrebbe ritirarsi dalla partecipazione sportiva a causa del dolore persistente. È utile, quindi, intraprendere precocemente il trattamento più adeguato per evitare di incorrere nello sviluppo di una sintomatologia cronica.
Infine, è stato osservato che gli uomini sono colpiti più frequentemente rispetto alle donne, con un rapporto di 2:1.
Eziologia
Sono diverse le teorie proposte per spiegare l’origine dell’infiammazione del tendine rotuleo e, ad oggi, la maggior parte dei professionisti sembra condividere l’idea che la causa di tale condizione sia un carico eccessivo sul tendine coinvolto. Infatti, il sovraccarico ripetitivo del tendine provoca un indebolimento di tale struttura e, di conseguenza, porta ad una sua degenerazione. Con il termine sovraccarico, facciamo riferimento ad un’attività eccessiva rivolta al tendine che supera il livello di carico fisiologico dello stesso. Questo può presentarsi:
- Quando vi è un allenamento non adeguato, ad esempio un aumento improvviso e sostanziale del volume dei salti.
- Quando, dopo un infortunio, una lesione o un periodo di riposo, non vi è un tempo sufficiente di recupero oppure non viene seguito un programma graduale e regolare di rientro allo sport.
Fattori di rischio
È possibile individuare alcuni fattori di rischio che potrebbero aumentare la probabilità di sviluppare un’infiammazione del tendine rotuleo, se presenti nel soggetto, in quanto aumentano il la tensione sul tendine. Tra i principali:
- Sovrappeso
- Età
- Debolezza del quadricipite e degli estensori dell’anca
- Ridotta flessibilità muscolare del quadricipite e dei flessori della coscia (hamstring)
- Limitazione della flessione dorsale della caviglia
- Uso prolungato di fluorochinoloni
- Disfunzioni metaboliche
- Aumento del volume e della frequenza dell'allenamento
- Precedente infortunio al ginocchio
Classificazione
La classificazione dell’infiammazione del tendine rotuleo maggiormente condivisa a livello clinico è quella proposta nel 1973 da Blazina e colleghi, i quali hanno identificato quattro stadi della patologia basandosi sulle sue caratteristiche cliniche e sul livello di gravità. Nello specifico:
- Stadio I: è caratterizzato da dolore che si manifesta solo durante lo sport.
- Stadio II: il dolore è presente all'inizio delle attività sportive, scompare dopo il riscaldamento, ma riappare con l’affaticamento.
- Stadio III: il soggetto presenta un dolore costante durante tutta l'attività, e anche a riposo.
- Stadio IV: è definito come rottura del tendine rotuleo.
Caratteristiche e Sintomi
L’infiammazione del tendine rotuleo è contraddistinta da diversi sintomi che il paziente riferisce in sede di prima visita e da numerosi segni che il professionista osserva durante la valutazione iniziale.
Il soggetto lamenta solitamente dolore alla parte anteriore del ginocchio, principalmente localizzato nel polo inferiore della rotula (sotto la rotula) e in alcuni casi nel corpo del tendine o nella tuberosità tibiale. Tale dolore:
- È presente soprattutto durante alcune attività della vita quotidiana come rimanere seduti per un tempo prolungato, salire e scendere le scale, eseguire lo squat (accovacciarsi).
- Porta ad una limitazione delle normali attività, ma soprattutto ridotte prestazioni sportive.
- Si manifesta appena il paziente applica un carico sul tendine e cessa quasi immediatamente quando tale carico viene rimosso.
- Raramente è presente a riposo.
- Può essere presente all’inizio dell’attività, migliorare durante la stessa (“fenomeno del riscaldamento”) e poi peggiorare il giorno successivo, persistendo per diversi giorni.
Inoltre, nelle fasi più avanzate della patologia, in alcuni casi il paziente può riferire dolori notturni e rigidità al mattino.
Altre caratteristiche che possono essere osservate durante la valutazione sono: palpazione dolorosa nella zona interessata, possibile gonfiore e calore. È possibile riscontrare anche una riduzione della forza del quadricipite e una diminuzione dell’elasticità dei muscoli dell’arto inferiore.
Diagnosi differenziale
Durante la valutazione iniziale è necessario conoscere e riconoscere altre patologie che condividono alcuni segni e sintomi con l’infiammazione del tendine rotuleo, al fine di escluderle nel soggetto e giungere ad una corretta e tempestiva diagnosi, fondamentale per intraprendere il miglior trattamento nel minor tempo possibile. Tra le principali troviamo:
- Sindrome femoro rotulea
- Sindrome della bandelletta ileotibiale
- Sindrome di Osgood Schlatter
- Lesione del menisco
- Condropatia rotulea
Imaging
La diagnosi di infiammazione del tendine è primariamente clinica ottenuta, cioè, integrando i dati raccolti durante l’anamnesi (storia clinica, età, sport praticato, ecc.) e i risultati ottenuti durante l’attenta valutazione oggettiva svolta nella prima visita. Gli esami strumentali, invece, in questo contesto possono essere utili nei casi dubbi o quando il quadro clinico non è chiaro, per escludere altre condizioni che possono causare dolore al ginocchio o per confermare l’ipotesi diagnostica. I principali strumenti di imaging utilizzati sono:
- Ecografia: permette di valutare lo stato del tendine rotuleo e osservare, quindi, la presenza di una possibile lesione. Attraverso questo esame è possibile individuare un ispessimento del tendine rotuleo o calcificazioni intratendinee.
- Radiografia: utile per escludere eventuali fratture, lesioni ossee o altre patologie che possono causare dolore anteriore al ginocchio (come frattura della rotula o lesione del legamento crociato anteriore).
- Risonanza magnetica: risulta l’esame più accurato per osservare lo stato dei tendini e per una corretta diagnosi differenziale, in quanto permette di escludere diverse condizioni. Da questo esame può essere osservato un ispessimento del tendine rotuleo.
È necessario ricordare che i risultati ottenuti dagli esami strumentali devono essere sempre integrati alla valutazione clinica effettuata inizialmente, poiché molti soggetti con reperti anomali osservati attraverso tali indagini, non lamentano nessun tipo di dolore al ginocchio (asintomatici).
Trattamento
Il trattamento dell’infiammazione del tendine rotuleo ha l’obiettivo principale di ridurre ed eliminare il dolore al ginocchio e ripristinare la normale funzione dell’articolazione coinvolta. La gestione conservativa (non chirurgica) è il trattamento iniziale d’elezione per questa condizione: attraverso la fisioterapia è possibile gestire il dolore lamentato dal paziente, lavorando su diverse componenti (attraverso tecniche miofasciali rivolte alla muscolatura) per permettere un ritorno ottimale alle attività quotidiane, lavorative e, soprattutto, sportive.
Al paziente viene consigliato un riposo relativo rispetto all'immobilizzazione completa in quanto quest'ultima, se prolungata, potrebbe portare ad atrofia dei tendini e dei muscoli. Cosi, è raccomandato evitare una completa cessazione delle attività di carico del tendine ma è opportuno, piuttosto, modificare le proprie attività fisiche eliminando quelle ad alto carico, riducendo la frequenza e l’intensità dell’allenamento svolto, per limitare parzialmente il carico senza ricorrere al riposo completo.
Il punto cardine del trattamento conservativo è l’esercizio terapeutico: attraverso specifici esercizi formulati sulla base delle caratteristiche del paziente, il fisioterapista permette l’introduzione di carichi graduali e progressivi sull’arto coinvolto per ridurre il dolore, ripristinare la forza e la flessibilità dei muscoli e dei tendini. Il programma di esercizio richiede dei tempi abbastanza lunghi poiché il tendine ha una lenta capacità di adattamento al carico. Per questo motivo è di fondamentale importanza che il paziente partecipi attivamente e costantemente al percorso di recupero, al fine di raggiungere risultati ottimali nel minor tempo possibile. Successivamente è possibile intraprendere una riabilitazione specifica per tornare gradualmente allo sport praticato.
Anche l’utilizzo di ghiaccio e farmaci antinfiammatori (FANS, se prescritti dal medico) possono aiutare il paziente ad alleviare la sintomatologia dolorosa
Un altro strumento che ha a disposizione il fisioterapista è l’onda d’urto che si è rivelata efficace nella gestione della sintomatologia.
Infine, la gestione conservativa può essere integrata con infiltrazioni di PRP o cellule staminali (prelevate dal grasso addominale) prima di prendere in considerazione l’operazione chirurgica.
Un programma di prevenzione specifico, soprattutto durante lo sport, evita ulteriori recidive che potrebbero compromettere la stagione sportiva.
Sebbene la fisioterapia abbia successo nella maggior parte dei pazienti, una piccola percentuale di questi potrebbe non trarre beneficio dalle terapie sopra elencate e quindi necessitare di un intervento chirurgico. In generale, quest’ultimo viene preso in considerazione dopo circa 6 mesi di trattamento conservativo. Le tecniche utilizzate dal chirurgo possono comprendere sia approcci a cielo aperto sia in artroscopia: quest’ultima risulta avere risultati simili alla prima, ma con minori complicanze e un più rapido ritorno allo sport.
A seguito dell’intervento chirurgico il paziente deve intraprendere un percorso di riabilitazione post-chirurgica allo scopo di recuperare funzionalità, un completo range di movimento e la forza muscolare dell’intero arto coinvolto.
MESSAGGIO
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