La lesione del menisco è una patologia comune che coinvolge l’articolazione del ginocchio. Il menisco è una struttura fibrocartilaginea di fondamentale importanza per la stabilità del ginocchio e per l’assorbimento degli urti. Tale lesione può essere di tipo traumatico, che coinvolge principalmente i giovani sportivi, o degenerativo, che colpisce invece soprattutto i soggetti al di sopra dei 40 anni. I pazienti riferiscono dolore al ginocchio, gonfiore, limitazione o difficoltà nelle attività quotidiane, sportive e lavorative e altri possibili sintomi. Il trattamento, nella maggior parte dei casi, è di tipo conservativo, attraverso la fisioterapia (mobilizzazioni, esercizio terapeutico e rieducazione propriocettiva), l’eventuale prescrizione di farmaci antinfiammatori da parte del medico di riferimento e l’utilizzo di ghiaccio. Nel caso in cui la gestione conservativa non porti a risultati positivi, il chirurgo potrebbe optare per una riparazione del menisco o, nelle condizioni più gravi, potrebbe utilizzare altre tecniche come la meniscectomia, la protesi o il trapianto di menisco. In ogni caso, l’intervento chirurgico dovrà essere seguito da una riabilitazione fisioterapica, al fine di aiutare il paziente a recuperare in modo ottimale la funzionalità dell’arto e quindi recuperare autonomia nello svolgimento di tutte quelle attività che venivano svolte prima della rottura del menisco.
Anatomia
Il menisco può essere distinto in menisco mediale e menisco laterale. Queste sono strutture fibrocartilaginee a forma di mezzaluna che si trovano tra la tibia e il femore e coprono complessivamente circa il 70% della superficie articolare del piatto tibiale. Entrambi i menischi sono concavi nella superficie superiore, per accogliere il femore (convesso), e relativamente piatti nella loro superficie inferiore per adattarsi al piatto tibiale. Inoltre, sono più spessi nella parte periferica in modo da rendere più profonda l'area della superficie articolare del piatto tibiale, allo scopo di aumentare la congruità tra il femore (convesso) e la tibia (relativamente piatta) e quindi proteggere la cartilagine articolare da carichi eccessivi, stabilizzando l’articolazione. Sono fondamentali per il normale funzionamento dell’articolazione del ginocchio in quanto svolgono diverse funzioni:
- assorbimento degli urti
- distribuzione del carico
- riduzione delle sollecitazioni
- stabilità articolare
- propriocezione, fornendo un meccanismo di feedback per il senso della posizione articolare
L'integrità del menisco è essenziale per il mantenimento della funzione a lungo termine dell'articolazione e la prevenzione dell'artrosi. Il menisco è completamente vascolarizzato alla nascita ma, nel corso del tempo questo diventa via via avascolare con un apporto di sangue limitato esclusivamente alla periferia tanto che, in età adulta, solo il 10-30% di questo è vascolarizzato. Una lesione nella cosiddetta “zona rossa”, la parte del menisco che riceve apporto di sangue, di solito può guarire facilmente mentre, se presente nella zona interna, chiamata “zona bianca”, ricevendo una ridotta quantità di sangue, solitamente ha un processo di guarigione più complesso.
Epidemiologia
L'incidenza della lesione del menisco è stimata tra 60 e 70 soggetti ogni 100.000 persone nella popolazione generale. Si stima che circa l’80-90% delle lesioni meniscali siano associate allo sport, infatti, sono osservate principalmente nei soggetti sportivi spesso in associazione ad altre lesioni acute come quella del legamento crociato anteriore, lesioni condrali (cartilagine), frattura della rotula, fratture del piatto tibiale e rappresentano circa il 15% di tutti i casi di lesioni legate all’attività fisica. Il sesso maschile è maggiormente colpito rispetto alle donne a causa del loro coinvolgimento in sport di contatto. Negli adulti, le lesioni meniscali mediali sono più comuni delle lesioni laterali, probabilmente a causa della ridotta mobilità del menisco mediale, connesso con il legamento collaterale mediale.
Fino a qualche anno fa, nei bambini e adolescenti la lesione del menisco non risultava essere molto comune ma, con la partecipazione sempre maggiore dei giovani ad una attività sportiva sempre più intensa, la specializzazione sportiva precoce, le competizioni durante tutto l'anno e l'aumento della consapevolezza e dello screening per queste rotture è stato osservato un aumento di tali lesioni nei gruppi di età pediatrica e adolescenziale. Nei soggetti più giovani le tipologie più comuni sono la lesione longitudinale e la lesione a manico di secchio.
Eziologia
La causa di una lesione del menisco può essere di due tipologie:
- Traumatica: osservata principalmente nei soggetti più giovani a causa della loro partecipazione ad attività sportive ad alto impatto.
- Degenerativa: non conseguente ad un trauma, ma dovuta ad una degenerazione del menisco. Interessa principalmente soggetti al di sopra dei 40 anni.
La rottura del menisco è riscontrata soprattutto in quei soggetti che praticano determinati tipi di sport che prevedono rapide accelerazioni e decelerazioni, cambi di direzione o salti come il calcio, il basket, il rugby, il baseball, lo sci e il tennis. Anche i pazienti che svolgono alcune tipologie di lavori che richiedono frequenti accovacciamenti (inginocchiarsi) o sollevamento di carichi pesanti sono maggiormente a rischio di subire una rottura del menisco.
Un altro fattore che potrebbe predisporre ad una lesione meniscale è l'obesità, quindi un regolare controllo del proprio peso corporeo, potrebbe aiutare a prevenire una meniscopatia o lesione degenerativa del menisco (meniscosi).
È utile specificare, inoltre, che le lesioni del menisco possono verificarsi come parte di un processo degenerativo dell'articolazione del ginocchio e possono essere osservate in molti soggetti di età superiore ai 40 anni che non presentano dolore al ginocchio (asintomatici), pur avendo agli esami strumentali una lesione del menisco.
Infine, un trauma al ginocchio che porta ad una rottura meniscale, potrebbe causare anche altre lesioni associate come fratture ossee o danni ai legamenti del ginocchio, come il legamento crociato anteriore e il legamento collaterale mediale.
Classificazione
È possibile osservare diverse tipologie di lesone del menisco, classificate sulla base del tipo e della posizione in cui questa si trova. Distinguiamo, quindi:
- Lesione orizzontale
- Lesione radiale
- Lesione longitudinale
- Lesione tipo flap
- Lesione a becco di pappagallo
- Lesione a manico di secchio
Caratteristiche e Sintomi
La lesione del menisco è caratterizzata da diversi segni e sintomi, riferiti dai soggetti o osservati durante la valutazione iniziale. Tra questi troviamo:
- Possibile presenza di un trauma
- Sensazione di "pop" o di un "click" durante il trauma
- Dolore al ginocchio
- Difficoltà a caricare sull’arto interessato
- Leggero gonfiore
- Possibile cedimento del ginocchio
- Limitazione o difficoltà nelle attività quotidiane, sportive e lavorative
- Rigidità dell’articolazione
- Possibile ematoma/versamento
- Possibile blocco dell’articolazione
Nello specifico, i pazienti lamentano dolore durante alcuni movimenti o alla palpazione della rima articolare, in particolare al di sotto della rotula, sopra la linea articolare. Il dolore aumenta con determinati movimenti, come: salire o scendere le scale, inginocchiarsi, camminare o svolgere attività in carico, correre, fare degli squat e alzarsi dopo essere rimasto seduto per diverso tempo. Inoltre, il paziente riferisce di aver interrotto o diminuito la propria attività sportiva e limitato alcune attività quotidiane proprio a causa del dolore sperimentato.
È utile precisare che la presentazione clinica del paziente varia a seconda del meccanismo di lesione e del grado di altre lesioni concomitanti.
Diagnosi differenziale
È necessario distinguere alcune condizioni che condividono diversi segni e sintomi con la lesione del menisco che è fondamentale riconoscere ai fini della diagnosi e del successivo trattamento. Tra queste:
- Lesione del legamento crociato anteriore
- Lussazione della rotula
- Distorsione del ginocchio
- Sindrome della bandelletta ileotibiale
- Lesione del legamento collaterale mediale
- Lesione del legamento collaterale laterale
- Tendinite rotulea
- Sindrome femoro-rotulea
- Rottura del tendine quadricipite
Imaging
Gli esami strumentali sono di fondamentale importanza nelle lesioni del menisco in quanto utili alla diagnosi e alla scelta del trattamento più adeguato da utilizzare. Tra le principali è possibile individuare:
- Radiografie: le RX sono utilizzate per escludere eventuali anomalie ossee e per evidenziare la degenerazione dell’articolazione (artrosi).
- Risonanza magnetica: è il gold standard per la diagnosi di queste lesioni, in quanto permette di valutare lo stato dei tessuti molli (come tendini e legamenti) e quindi di osservare la presenza e le caratteristiche della lesione del menisco o altre lesioni associate.
Trattamento
Il trattamento della lesione del menisco può essere di due tipologie: conservativo o chirurgico. La tipologia più adeguata viene scelta in base al tipo di rottura, alla sua posizione e alle caratteristiche personali del soggetto.
La gestione conservativa è indicata nella maggior parte dei pazienti con questa patologia. In particolare, la fisioterapia ha l’obiettivo di ridurre il dolore al ginocchio e migliorare la funzione dell’arto. Il fisioterapista, quindi, aiuta il paziente nel:
- recuperare l’intera gamma di movimento attraverso mobilizzazioni
- gestire il carico graduale sull’arto
- potenziare e rinforzare il muscolo quadricipite, fondamentale per la stabilità del ginocchio e in generale tutto l’arto inferiore coinvolto attraverso l’utilizzo di specifici esercizi terapeutici
- recuperare la stabilità attraverso la rieducazione propriocettiva
- ripristinare il corretto utilizzo dell’arto, così da tornare in modo ottimale allo svolgimento delle attività quotidiane e sportive
Il medico competente potrebbe inoltre prescrivere, se necessari, dei farmaci antinfiammatori per ridurre il gonfiore e il dolore. Potrebbe essere utile, inoltre, l’applicazione di ghiaccio più volte al giorno per alleviare i sintomi riferiti dal paziente.
Il trattamento chirurgico, invece, è indicato in caso di fallimento della gestione conservativa o in pazienti con dolore e gonfiore persistenti o con sintomi meccanici. L’obiettivo principale è quello di ripristinare la normale biomeccanica del ginocchio. Esistono diversi tipi di operazione che il chirurgo sceglierà sulla base delle caratteristiche del soggetto e della lesione.
Fino a qualche tempo fa la tecnica maggiormente utilizzata in ambito chirurgico era la meniscectomia, ovvero l’asportazione parziale o completa del menisco. A seguito di numerosi studi, però, si è osservato come la rimozione di tale struttura porti, nel tempo, ad un aumento del rischio di artrosi in quanto, la rimozione del tessuto meniscale, determina una ridotta “ammortizzazione”, un aumento della trasmissione di forza attraverso le superfici articolari con conseguente riduzione dello spazio articolare tra il femore e la tibia. Ad oggi si predilige, dunque, la riparazione del menisco, laddove sia possibile, piuttosto che la sua asportazione, nel tentativo di preservare i tessuti e soprattutto la loro funzione, prevenendo così lo sviluppo di un’artrosi precoce, soprattutto nei pazienti più giovani.
Inoltre, in casi particolari in cui non risultano possibili né la riparazione né la meniscectomia, il chirurgo potrebbe optare per altre due tipologie di intervento: la protesi e il trapianto. Nel primo caso, viene inserita in artroscopia una protesi che viene legata al tessuto meniscale sano del soggetto. Il trapianto, invece, è indicato nei casi in cui sia stata già effettuata una meniscectomia totale allo scopo di cercare di preservare l’articolazione del ginocchio.
La riabilitazione post-chirurgica varia in base al tipo di operazione che è stata effettuata. Il medico potrebbe decidere di immobilizzare l’arto coinvolto attraverso un tutore e vietare completamente il carico per un periodo di tempo variabile o potrebbe, invece, concedere il carico graduale con l’aiuto delle stampelle sin da subito. In ogni caso verrà consigliato un percorso di riabilitazione al fine di prevenire una possibile rigidità del ginocchio. Sin da subito si inizierà con mobilizzazioni passive proseguendo, in seguito, con mobilizzazioni attive. Successivamente verrà intrapreso un rinforzo muscolare dell’intero arto inferiore coinvolto (soprattutto del quadricipite) attraverso esercizi specifici programmati sulla base delle caratteristiche del soggetto. In questo contesto, un fisioterapista esperto ha un ruolo di grande importanza, in quanto aiuterà il paziente a recuperare in modo ottimale la funzionalità dell’arto e ridurre il dolore. Inoltre, grazie alla rieducazione propriocettiva, il fisioterapista sosterrà il soggetto al fine di riacquisire autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane, lavorative e sportive.
Complicanze
Si possono individuare diverse complicanze associate ad una lesione meniscale o che possono presentarsi a seguito dell’intervento chirurgico, come:
- Dolore persistente
- Gonfiore
- Atrofia del quadricipite
- Limitazioni dell'ampiezza di movimento (ROM)
- Irritazione del nervo safeno
- Artrofibrosi
- Sindrome femoro-rotulea
- Fallimento dell’intervento
- Danno neurovascolare
- Infezione
- Trombosi venosa profonda
MESSAGGIO
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