La frattura della scapola è una lesione rara osservata principalmente nei soggetti di giovane età di sesso maschile coinvolti in attività ad elevata energia. Queste includono incidenti automobilistici, traumi sportivi o lavorativi o cadute da altezze elevate. Nella maggior parte dei casi è osservata in un contesto di politrauma, raramente sono isolate, e per questo spesso associate ad altre lesioni, anche rischiose per la vita del paziente coinvolto. Il trattamento indicato è principalmente di tipo conservato con iniziale immobilizzazione e successiva fisioterapia. Nei casi di fratture più gravi o scomposte potrebbe essere necessario l’intervento chirurgico, seguito da riabilitazione post-operatoria.
Anatomia
La scapola è un osso piatto e triangolare, con un corpo sottile, circondato da margini ben sviluppati che danno origine e inserzione a diversi muscoli. La scapola è suddivisa in due parti dalla spina della scapola: la fossa sovraspinata e la fossa infraspinata da cui hanno origine, rispettivamente, i muscoli sovraspinato (o sovraspinoso) e infraspinato (o sottospinoso). La spina della scapola, inoltre, prosegue lateralmente formando l'acromion, che si trova sopra la testa dell'omero. Questi sono separati tra di loro dalla cuffia dei rotatori e dalle borse subacromiali. La superficie anteriore della scapola è concava e da qui ha origine il muscolo sottoscapolare.
Epidemiologia
La frattura della scapola è una lesione relativamente rara, rappresentando dal 3% al 5% di tutte le fratture che coinvolgono il cingolo scapolare e meno dell'1% di tutte le fratture generali del corpo umano. L’incidenza di tale condizione è di 10 casi ogni 100.000 soggetti all’anno. Si riscontra principalmente nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 50 anni, in particolare negli uomini rispetto alle donne probabilmente a causa di un loro maggior coinvolgimento in attività ad elevata energia o elevato impatto fisico.
Nella maggior parte dei casi la frattura della scapola si osserva nel contesto di un politrauma ed è, quindi, associata ad altre lesioni, mentre sono rare le fratture isolate.
Eziologia
La causa principale della frattura della scapola è un trauma ad elevata energia. Quindi, questa si verifica principalmente durante incidenti in auto o in moto, durante una caduta da un’altezza elevata, a causa di incidenti sportivi o lavorativi o a seguito di un trauma diretto sulla scapola.
A causa della natura ad alta energia delle fratture scapolari, la maggior parte dei casi di questa condizione è associato a ulteriori lesioni traumatiche. Tra le principali lesioni concomitanti è possibile individuare:
- Frattura delle costole
- Frattura vertebrale
- Frattura della clavicola
- Frattura dell’omero prossimale prossimale
- Lesioni alla testa
- Lussazione acromion claveare
- Lussazione della spalla
Le lesioni associate potenzialmente pericolose per la vita possono includere pneumotorace, lesione arteriosa, trauma cranico e lesioni agli organi interni, con il tasso di mortalità associato che raggiunge quasi il 15%.
Classificazione
Esistono diverse classificazioni della frattura della scapola che si basano sulla posizione della lesione e sulla sua estensione. Per renderne più semplice la comprensione si può distinguere tale frattura in:
- Frattura della glenoide (intra-articolare)
- Frattura extra-articolare del collo glenoideo
- Frattura del corpo
- Frattura del processo coracoideo
- Frattura dell’acromion
Caratteristiche e Sintomi
La frattura della scapola è caratterizzata da alcuni sintomi lamentati dal paziente durante la visita e da diversi segni osservati dal medico durante la valutazione che ne permettono un riconoscimento immediato. Ricordiamo che questi tipi di lesioni spesso sono riscontrate in un contesto di politrauma e a volte potrebbe risultare complicato individuarle e diagnosticarle immediatamente, soprattutto se vi sono condizioni concomitanti che necessitano di un’attenzione maggiore in quello specifico momento. Un’accurata valutazione, quando possibile, può aiutare il medico ad escludere lesioni associate che possono essere pericolose per la vita.
Tra le caratteristiche principali è possibile individuare:
- Trauma ad elevata energia
- Dolore significativo anche durante la palpazione e il movimento
- Gonfiore
- Ecchimosi/Edema
- Deformità ossea
- Ridotta mobilità della spalla (soprattutto durante l’abduzione)
- Il paziente può presentarsi con il braccio colpito in adduzione (cioè vicino al corpo) per evitare un aumento del dolore durante il movimento
- Può essere presente una grave instabilità dell'estremità prossimale
- Possibile crepitio
Durante la prima visita è fondamentale svolgere un attento esame neurovascolare per valutare eventuali lesioni al plesso brachiale e/o alle strutture vascolari.
Diagnosi differenziale
È utile distinguere altre condizione che possono presentare segni e sintomi simili alla frattura della scapola. Conoscerle e riconoscerle permetterà di arrivare ad una corretta diagnosi ed intraprendere il trattamento più adeguato nel minor tempo possibile. Tra le principali:
- Frattura dell’omero prossimale
- Lussazione della spalla
- Lussazione acromion claveare
- Lesione di Hill-Sachs
- Frattura della clavicola
Imaging
La diagnosi di frattura della scapola è ottenuta attraverso l’integrazione dei dati e delle informazioni ottenute durante la visita medica e i risultati degli esami strumentali indicati dal medico di riferimento. Nello specifico, in questo contesto possono essere utilizzati:
- Radiografia: è l’esame di primo livello per confermare o disconfermare l’ipotesi di frattura scapolare in quanto permette di osservare la posizione e il grado della lesione e valutare l’eventuale presenza anche di altre condizioni associate.
- TAC: può essere utile per ottenere ulteriori informazioni più dettagliate circa la frattura. In particolare, la TAC 3D può essere indicata per osservare modelli di fratture complessi e pianificare l’eventuale trattamento chirurgico.
- Risonanza magnetica: è utilizzata per osservare le possibili lesioni associate dei tessuti molli (come ad esempio muscoli, legamenti ecc.) che, in un contesto di politrauma, sono molto probabili.
Trattamento
Il trattamento più idoneo per la frattura della scapola è scelto sulla base di specifiche caratteristiche individuali del paziente e della frattura. Può essere indicato il trattamento di tipo conservativo quando il soggetto presenta una frattura scapolare non scomposta o minimamente spostata: queste condizioni rappresentano la maggior parte dei casi di frattura scapolare. La gestione non chirurgica include un periodo di immobilizzazione dell’arto superiore coinvolto deciso dal medico ortopedico sula base di diversi fattori. In questo periodo di tempo il soggetto verrà sottoposto ad ulteriori esami diagnostici per controllare e valutare l’evoluzione della guarigione o l’avvenuta consolidazione della frattura. Sempre sotto indicazione del medico, una volta rimossa la fasciatura, il paziente inizierà un precoce percorso di riabilitazione al fine di gestire la sintomatologia dolorosa, recuperare il range di movimento, rinforzare la muscolatura della spalla e, soprattutto, evitare una possibile rigidità dell’articolazione dovuta al periodo di immobilizzazione. Gli esercizi svolti sotto la supervisione di un fisioterapista specializzato sono di fondamentale importanza in questo contesto in quanto, attraverso l’inserimento di carichi graduali, questi permettono di recuperare la forza muscolare e quindi tornare a svolgere tutte le attività della vita quotidiana, lavorativa e sportiva.
Il trattamento chirurgico, invece, è indicato quando vi è una frattura scomposta, esposta o quando vi sono lesioni o deficit vascolari o neurologici associati. Questo ha l’obiettivo di ottenere una consolidazione ottimale della frattura, conferire stabilità e ripristinare la corretta anatomia della scapola e quindi la sua completa funzionalità. I tipi di intervento chirurgico che possono essere utilizzati in questo contesto sono numerosi e la tipologia più adeguata per ogni specifico paziente, viene scelta dal chirurgo ortopedico soprattutto in base alle caratteristiche della frattura. Quando il medico lo riterrà opportuno, il paziente inizia la riabilitazione post-chirurgica. Questa è di fondamentale importanza nel percorso di recupero e deve essere avviata precocemente al fine di recuperare il movimento ed evitare possibili conseguenze negative causate dall’immobilizzazione dell’arto. Inizialmente il fisioterapista lavorerà attraverso tecniche di mobilizzazione passive e attive assistite per recuperare il movimento completo e gestire la sintomatologia dolorosa. Progressivamente inserirà uno specifico programma di esercizi con un aumento graduale dei carichi al fine di rinforzare la muscolatura della spalla e, in generale, di tutto l’arto superiore, lavorando sulla forza, sulla resistenza e sul recupero dell’articolarità. È, inoltre, necessario svolgere anche un training propriocettivo per rispristinare la corretta funzionalità dell’arto. I tempi di recupero possono variare in base alle caratteristiche individuali del paziente e quelle della frattura: solitamente, entro 3-6 mesi il soggetto può tornare a svolgere le normali attività quotidiane, lavorative e sportive precedentemente svolte, se il professionista lo ritiene opportuno.
Complicazioni
In seguito alla frattura della scapola o successivamente all’intervento chirurgico, se necessario, il paziente potrebbe incontrare alcune complicanze che possono essere causate da diversi fattori. Le principali sono:
- Mancata unione
- Errata unione
- Deficit funzionali a lungo termine
- Conflitto subacromiale
- Danni neurovascolari
- Instabilità spalla
- Artrosi post-traumatica
MESSAGGIO
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