La coxartrosi (o artrosi dell’anca) è una patologia comune che colpisce l’articolazione dell’anca soprattutto nelle donne e nei soggetti di età avanzata. La causa principale è una degenerazione della cartilagine articolare dovuta all’usura, all’età o ad altre condizioni, come ad esempio precedenti interventi chirurgici. Questa causa dolore che aumenta progressivamente e peggiora con attività intense, rigidità, limitazione dei movimenti e può quindi avere un forte impatto negativo su ogni aspetto della vita del soggetto, dalle piccole azioni della vita quotidiana allo svolgimento dell’attività professionale. Il trattamento è principalmente di tipo conservativo, caratterizzato da educazione al paziente (con possibile modificazione delle attività svolte), fisioterapia per recuperare la piena autonomia e possibile utilizzo di farmaci per la gestione del dolore. Solo nei casi più gravi o qualora la gestione conservativa dovesse fallire, il medico ortopedico indicherà la necessità di un intervento chirurgico tramite protesi. Questo deve essere sempre seguito da una riabilitazione fisioterapica costante al fine di tornare a svolgere le attività precedentemente compromesse.
Anatomia
L’articolazione dell’anca (o articolazione coxofemorale) è formata dall’unione tra:
- Superficie articolare dell’acetabolo, solo in minima parte ricoperta da cartilagine
- Superficie articolare della testa del femore, rivestita per circa 2/3 da cartilagine ialina, la cui usura determina l’artrosi dell’anca.
Tali superfici sono tenute vicine attraverso diverse strutture:
- La capsula articolare, un “manicotto” di tessuto connettivo che permette di tenere insieme le due estremità
- I tre legamenti esterni alla capsula: legamento ileofemorale, pubofemorale e ischiofemorale
- Il legamento della testa del femore il quale origina dall’acetabolo e si lega sulla testa del femore
Un’altra struttura di fondamentale importanza è il labbro acetabolare, un insieme di fibre di collagene che circonda il bordo dell’acetabolo, aumentandone la superficie articolare ed il volume e contribuendo ad una maggiore stabilità articolare e ad una riduzione dello stress da contatto sulle superfici articolari. Una lacerazione nel labbro potrebbe creare un aumento dello stress a livello articolare portando ad una possibile coxartrosi precoce.
L’articolazione dell’anca collega il tronco agli arti inferiori, facilitando la trasmissione della forza e del carico agli arti e consentendo nello specifico sei movimenti (flessione, estensione, abduzione, adduzione, rotazione interna ed esterna).
Epidemiologia
La coxartrosi dell'anca è una condizione comune in tutto il mondo che colpisce principalmente i soggetti di età più avanzata. Alcuni dati possono aiutarci a comprendere meglio la distribuzione di tale patologia nella popolazione:
- La prevalenza di artrosi all’anca varia dal 3% al’11% nella popolazione di età superiore ai 35 anni
- È stato stimato che il 3% della popolazione adulta in generale e l’8% dei soggetti sopra i 60 anni sono affette da coxartrosi
- Le donne sono maggiormente interessate da tale condizione rispetto agli uomini
- La prevalenza è maggiore nel sesso femminile sopra i 50 anni mentre il sesso maschile ha una prevalenza leggermente più elevata sotto i 50 anni
- La prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età. Poiché è sempre in aumento l’aspettativa di vita, si prevede che la prevalenza dell’artrosi all’anca aumenterà di circa il 40% nei prossimi 20 anni, rendendola la quarta causa più comune di disabilità. Tale aumento potrebbe riflettere anche la presenza sempre maggiore di fattori di rischio come ad esempio l’obesità.
- Un’alta percentuale di pazienti che alla radiografia presenta evidenza di artrosi, non mostra alcun sintomo caratteristico di questa patologia
Eziologia
La caratteristica principale della coxartrosi è una degenerazione della cartilagine articolare causata da diversi fattori. In base alla causa, la coxartrosi può essere distinta in:
- Primaria (o idiopatica) in cui le cause non sono note e si ipotizza che tale degenerazione può essere dovuta all’età o all’usura.
- Secondaria in cui la degenerazione della cartilagine è collegata a diverse cause come un trauma o un precedente intervento chirurgico (ad esempio una frattura dell’acetabolo o una frattura del femore).
Fattori di rischio
Alla genesi della coxartrosi possono concorre alcuni fattori, definiti fattori di rischio, che se presenti, potrebbero aumentare la probabilità di sviluppare tale condizione. Tra i principali troviamo:
- Età (>50 anni)
- Sesso femminile
- Genetica
- Obesità
- Elevato volume ed intensità dell’allenamento sportivo
- Osteonecrosi della testa del femore
- Lesione del labbro acetabolare
- Frattura dell’acetabolo
- Frattura del femore
- Displasia congenita dell'anca
- Morbo di Perthes
- Epifisiolisi
- Conflitto femoro acetabolare
Classificazione
In letteratura sono presenti diverse classificazione della coxartrosi, ma le due tipologie principalmente utilizzate sono quella di Kellgren e quella di Croft.
Nella classificazioni Kellgren-Lawrence vengono descritti quattro gradi di osteoartrosi dell’anca in base al grado di restringimento dello spazio articolare, alla formazione di osteofiti, alle alterazioni artrosiche e alle deformità che interessano i margini ossei:
- Grado 0: non è presente nessun restringimento dello spazio articolare né cambiamenti strutturali (non è presente quindi osteoartrosi);
- Grado 1: dubbio restringimento dello spazio articolare con possibili osteofiti;
- Grado 2: presenza di osteofiti con possibile restringimento dello spazio articolare e lieve sclerosi subcondrale (artrosi lieve);
- Grado 3: marcato restringimento dello spazio articolare, presenza di piccoli osteofiti, sclerosi e formazione di cisti con possibile deformità della testa del femore e dell'acetabolo (artrosi moderata);
- Grado 4: severo restringimento dello spazio articolare, sclerosi significativa, grandi osteofiti e grave deformità della testa del femore e dell'acetabolo (artrosi grave).
La classificazione di Croft, invece, propone una scala valutazione a 6 punti (da 0 a 5):
- Grado 0: indica assenza di anomalie radiografiche;
- Grado 1: indica solo presenza di osteofiti;
- Grado 2: indica solo il restringimento dello spazio articolare;
- Grado 3: indica la presenza di due dei seguenti reperti: presenza di osteofiti, restringimento dello spazio articolare, presenza di cisti, sclerosi subcondrale;
- Grado 4: indica la presenza di tre dei criteri sopracitati;
- Grado 5: indica la progressione verso la deformità della testa del femore.
Caratteristiche e Sintomi
La coxartrosi è caratterizzata da diversi segni e sintomi che possono essere riferiti dal paziente oppure osservati dall’ortopedico in sede di prima visita. Nello specifico:
- Dolore all’anca, all’inguine o alla parte anteriore della coscia che può irradiarsi anche al ginocchio o posteriormente ai glutei. Solitamente il dolore si sviluppa lentamente e peggiora con il passare del tempo ma può anche presentarsi improvvisamente. Nelle fasi iniziali questo può aumentare con l’attività e migliorare con il riposo mentre, nelle fasi più avanzate della malattia il dolore può essere continuo e presente anche a riposo o durante la notte.
- Rigidità dell’anca soprattutto al mattino, che dura in genere 30 minuti con successiva attenuazione e che rende difficoltosa la deambulazione, con evidente zoppia
- Debolezza muscolare generalizzata dell’arto inferiore, in particolare del muscolo quadricipite e dei muscoli glutei
- Limitazione dei movimenti con difficoltà a salire le scale, guidare, camminare, fare pulizie e incapacità progressiva di svolgere molte attività quotidiane
- Nelle fasi più avanzate può esserci un marcato deficit fisico che può portare alla perdita di indipendenza anche nelle attività più semplici con ripercussioni anche sulla capacità di lavorare
- Alcuni pazienti posso riferire anche la presenza di ansia e depressione associate alla condizione di limitazione in cui si trovano
È utile specificare che un'alta percentuale di pazienti con segni caratteristici della coxartrosi alle radiografie sono asintomatici e, viceversa, molti soggetti che presentano sintomi tipici di una artrosi dell’anca, all’RX non presentano reperti significativi.
Diagnosi differenziale
La coxartrosi deve essere distinta da altre condizioni che presentano sintomi simili in quanto una corretta diagnosi permette di attuare il miglior trattamento in tempi rapidi. Tra queste:
- Conflitto femoro acetabolare
- Lombalgia
- Lesione del labbro acetabolare
- Pubalgia
- Trigger point
- Sindrome del piriforme
- Frattura del bacino
Imaging
Già dopo la prima visita, l’ortopedico potrebbe avere ben chiara la diagnosi di coxartrosi, sulla base dell’anamnesi del paziente e dei sintomi riferiti da questo. Tuttavia, il medico può prescrivere degli esami strumentali per confermare la diagnosi o utilizzarli in seguito per osservare l’andamento della patologia. In particolare possono essere utilizzati:
- Radiografia: utile per confermare la diagnosi clinica, per osservare la gravità della condizione e monitorarne la progressione. I reperti che solitamente vengo osservati con le RX in presenza di coxartrosi sono: la formazione di osteofiti al femore o all’acetabolo, il restringimento dello spazio articolare (causato dalla perdita di cartilagine), la sclerosi subcondrale e la formazione di cisti subcondrali. Nei casi più gravi ed avanzati può essere presente anche deformità della testa del femore.
- Risonanza magnetica: permette di osservare accuratamente la degenerazione della cartilagine e lo stato degli altri tessuti molli come i legamenti o i muscoli.
Come già detto in precedenza, è importante sottolineare che in molti casi i pazienti che mostrano alterazioni agli esami strumentali, potrebbero non presentare alcun sintomo di artrosi all’anca e, al contrario, una buona percentuale di pazienti che lamentano sintomi tipici della coxartrosi, mostrano esami strumentali nella norma.
Trattamento
Il trattamento più adeguato per la coxartrosi dipende da diversi fattori come ad esempio la gravità della patologia, l’età del paziente, il dolore e la limitazione. Gli obiettivi generali sono diretti alla gestione dei sintomi allo scopo di ridurre il dolore associato, mantenere la gamma di movimento, la forza muscolare e la funzionalità e, soprattutto, prevenire un ulteriore peggioramento della condizione. Nelle prime fasi della malattia il trattamento è di tipo conservativo, svolto attraverso la fisioterapia, con mobilizzazioni ed esercizio terapeutico al fine di rafforzare la muscolatura dell’anca, recuperare e mantenere la mobilità dell’articolazione e gestire la sintomatologia dolorosa. È di fondamentale importanza anche l’educazione al paziente attraverso una spiegazione dettagliata della patologia e delle possibilità di trattamento, indicando modifiche di alcune attività quotidiane, sostituendole con altre che esercitino meno stress sull’articolazione, per evitarne un sovraccarico. Potrebbe essere anche consigliata una riduzione del peso corporeo se il soggetto è in sovrappeso in quanto, come detto, questo è un possibile fattore di rischio associato allo sviluppo della coxartrosi.
Se prescritti dal medico, il paziente potrebbe trovare sollievo dal dolore anche grazie ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Nella gestione conservativa sono incluse anche infiltrazioni di plasma ricco di piastrine e infiltrazioni di acido ialuronico per migliorare i sintomi associati.
Il trattamento chirurgico, invece, è indicato quando:
- Il soggetto ha una coxartrosi in fase avanzata
- Il trattamento conservativo non è stato utile a ridurre la sintomatologia
- Il dolore è persistente
- Vi è una grave compromissione funzionale
L’intervento chirurgico consiste, solitamente, nell’utilizzo di una protesi d’anca. Questa, nella maggior parte dei casi può durare anche 25 anni se il paziente rispetta tutte le accortezze suggerite dal medico (come ad esempio, gestione del peso, attività fisica adeguata, buona salute fisica generale). Dopo l’intervento sarà necessaria una riabilitazione post-chirurgica: il fisioterapista, attraverso mobilizzazioni precoci ed esercizi specifici aiuterà il soggetto nella gestione del dolore, nel recupero dell’articolarità e nel rinforzo di tutta la muscolatura coinvolta, per sostenerlo nel recupero delle autonomie e di tutti quei movimenti indispensabili a mantenere una buona qualità della vita. Gli esercizi dovranno essere svolti anche autonomamente nella propria abitazione sotto indicazione di un fisioterapista esperto, al fine di mantenere i risultati ottenuti e progredire nel miglioramento della condizione generale. Solitamente, entro 6-12 settimane il paziente può tornare a svolgere le normali attività lavorative e quotidiane, ma questo range di tempo può variare in base a diversi fattori come età del paziente, comorbidità associate, pregressa condizione dell’anca e della muscolatura.
Complicanze
La coxartrosi o l’intervento chirurgico per un’artrosi dell’anca, possono portare il soggetto ad alcune conseguenze negative causate da diversi fattori. Le principali complicazioni collegate a questa condizioni sono:
- Infezione
- Trombosi venosa profonda
- Lussazione dell’anca
- Dolore persistente
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